«Via aiuole e asfalto ispirato da Parigi»

Architetto Emanuele Genuizzi. Come avete convinto la giuria?

«Ci siamo sforzati di non cadere nell'errore tipico degli architetti, abbiamo la tentazione di aggiungere qualcosa di nostro e invece bisognava lavorare sulla sottrazione di elementi, la ripulitura. Abbiamo imparato la lezione un anno fa».

Quando?

«Con la mia associazione di professionisti ci siamo arrivati secondi al concorso di progettazione di piazza Scala. Serviva una proposta ancora più asciutta».

Quali sono gli elementi clou?

«Oggi non si capisce dove inizia e finisce la piazza, ci sono parti in asfalto, vialetti, aiuole. Il progetto cancella tutto questo e crea uniformità grazie alla pavimentazione in calcestre bianco, la stessa di piazza del Cannone o dei vialetti del parco. Anche le pendici sono lievemente ribassate. Diventa un ambiente indeterminato, come quello ritratto nell'acquerello ottocentesco che ci ha ispirato: i percorsi prestabiliti scompaiono e il Castello diventa raggiungibile per vie diverse. Ci sono 134 nuovi alberi e il parterre in largo Beltrami può ospitare eventi».

Come «sistemate» Foro Bonaparte?

«Non intendiamo stravolgere la fisionomia attuale, di fatto serve un'operazione di manutenzione straordinaria, ormai è un patchwork di soluzioni, soprattutto per quanto riguarda le sedi delle alberature. Bisogna restituire ordine e omogeneità».

E largo Cairoli diventa quasi pedonale?

«Abbiamo forzato, ma in un'ottica di alleggerimento del traffico si può

immaginare un grande parterre a prevalenza pedonale tra Dante e Castello. Intorno al monumento niente aiuole ma un pavè in granito di Quasso. Il tram continuerebbe a transitare sul calcestre, con un cambio di capolinea».

ChiCa

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