Anche un astrofisico tra 22 nuovi sacerdoti

Anche un astrofisico tra 22 nuovi sacerdoti

Il cielo aveva sempre attratto Giovanni Sala, classe 1981. Tanto che con i suoi studi fin da ragazzo si era indirizzato verso l’astrofisica. Ma dopo non gli è bastato più. È voluto andare oltre e così dopo la Giornata mondiale della Gioventù a Monaco ha chiuso la sua laurea in un cassetto ed è entrato in seminario. Ieri Giovanni Sala è stato uno dei 22 nuovi sacerdoti ordinati in mattinata in un Duomo gremito di amici e familiari dei futuri preti dal cardinale Scola. Tra loro anche un religioso, Matteo Della Torre entrato a fare parte dell’Ordine dei frati minori. Ognuno di loro ha alle spalle un cammino diverso. Come Sala che ha studiato per diventare astrofisico. Oppure come Alessandro Zappa che ad un certo punto si è lasciato alle spalle un futuro da chimico. Ora invece sono tutti accomunati da un cammino di fede. Un’emozione grande. Per loro ma non solo. «Carissimi - ha incitato l’arcivescovo Angelo Scola durante l’omelia - di fronte all’ ampiezza di orizzonti propria del ministero presbiterale non potete, non possiamo non sentirci tremare i polsi. Siamo, infatti, strutturalmente impari al dono ricevuto, alla missione che ci viene affidata. È una sproporzione radicale e insuperabile, non semplicemente una nostra debolezza che, con un’ascesi paziente, possa essere rimossa. Noi non siamo la luce, né siamo in grado di produrla: possiamo solo rifletterla per offrirla a tutti». Ecco perché come motto per la funzione è stata scelta una frase tratta dal Vangelo di Matteo che dice «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini», mentre l’immagine che ha fatto da sfondo alla loro ordinazione è il dipinto di Vincent Van Gogh «La notte stellata».«Carissimi, non dimenticatelo mai - ha esortato ancora il cardinale Angelo Scola rivolgendosi ai 22 nuovi sacerdoti - Il ministero presbiterale che state per ricevere è sempre e solo frutto della misericordia accordataci dal Signore. Noi infatti - ha poi aggiunto - siamo stati presi a servizio: come il sale, che non è per sé, ma per dar sapore ai cibi. E come la lampada, che non è per sé, ma per illuminare ciò che le sta intorno». Ad assistere alla suggestiva celebrazione in Duomo oltre ai familiari e ai tantissimi amici, c’erano anche moltissimi fedeli delle parrocchie di provenienza dei futuri preti e anche di quelle in cui fino ad oggi hanno collaborato. Se infatti tutti e 22 sono accomunati dall’essere nati tra gli anni ’70 e ’80 - il più giovane ha 24 anni - solo sei seminaristi provengono da Milano città mentre tutti gli altri sono cresciuti in provincia, a Varese o a Lecco, in Brianza o nella bassa bergamasca, nel comasco o nell’hinterland milanese. Per molti di loro la parrocchia e l’oratorio sono stati fondamentali nella decisione di intraprendere il cammino verso il sacerdozio perché è stato proprio facendo il chierichetto, il catechista o l’educatore che ha iniziato a farsi sentire la vocazione sacerdotale.

Scola ha ricordato anche le parole del pontefice Pronunciate una settimana fa: «Ogni nostra azione ha come scopo condurre i fedeli all’unione col Signoree a fare così crescere la comunione ecclesiale per la salvezza del mondo». Così alla fine della sua omelia poi l’Arcivescovo ha voluto esprimere a nome di tutta la chiesa Ambrosiana il suo grazie per la scelta compiuta.

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