
Non bastava la stangata sui mezzi pubblici. Fino ad oggi tutti gli over 65 e le donne sopra i 60 avevano diritto allo sconto del 50% sull'abbonamento Atm, da settembre a chi ha un reddito sopra i 20mila euro - ma si tratta di nonni «ricchi»? - toccherà pagare 300 euro, 130 in più. Ma in quella giunta del 2 agosto è passato sottotono un altro blitz ai danni degli anziani. «La complessità della situazione economica, caratterizzata da scarsità di risorse finanziarie» unitamente ad «un aumento dei cittadini anziani, parzialmente autosufficienti residenti a Milano» che ha determinato «un incremento delle domande per il servizio di assistenza domiciliare» è l'incipit per giustificare la stretta in arrivo. Ossia: l'introduzione di «nuove modalità di rigetto delle istanze» per l'assistenza domiciliare. E per esser ricchi questa volta basta avere un conto in posta da 5mila euro ed un centesimo. Il Comune ha attivato da anni un sistema di servizi e interventi e favore degli anziani, per mantenere la persona il più possibile nel proprio ambiente senza che debba fare ricorso alla casa di riposo. Assistenza e pasti a domicilio, pedicure curativo, teleassistenza, accompagnamento a visite, pulizia della casa, un servizio gratuito affidato a cooperative sociali accreditate. Nel 2012 con questa formula sono state erogate 4.380 prestazioni. Fino ad oggi, hanno potuto accedere al servizio prioritariamente gli over 70, soli o senza validi supporti parentali, parzialmente non autosufficienti e con disponibilità economica mensile (calcolata sommando i redditi al netto delle imposte e di eventuali altre entrate - come pensioni di guerra o indennità accompagnamento - e sottraendo le spese di affitto e condominiali, riscaldamento ed eventuali spese sanitarie) non superiore alla pensione al minimo Inps, che per il 2013 corrisponde a 631,87 euro. In caso di grave situazione socio-sanitaria, hanno diritto al servizio anche over 60 soli o senza parenti in grado di assisterli e con disponibilità mensile non superiore a 996,6 euro. Ci sono tabelle specifiche per i nuclei familiari, ma è evidenti che già si trattava di vincoli stretti. Ma la «grave situazione economica» e «l'aumento degli anziani» in grado di restare a casa, spiegano l'ulteriore taglio: le nuove domande di assistenza saranno esaminate alla luce di due nuove criteri. Non ne avranno diritto gli anziani titolari al 100% di beni immobili, oltre alla prima casa, e nemmeno chi ha «giacenza bancaria/postale, titolarità di depositi, azioni, fondi di investimento, titoli di stato, obbligazioni, certificati di deposito e credito, partecipazioni societarie, contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione, altri strumenti o rapporti finanziari per un importo superiore a 5mila euro».
«Nonostante la retorica - attacca il consigliere Pdl Matteo Forte - la giunta taglia sulle fasce più deboli ma non sulla spesa corrente della macchina.