Ridurre le tasse è l'unica «strada maestra» per rilanciare l'occupazione, con quella giovanile che ha ormai raggiunto cifre da record. A dirlo a Orario continuato , davanti alle telecamere di Telelombardia, è il governatore Roberto Maroni che oggi sarà alla commissione Bilancio della Camera dei deputati per parlare dei conti della Lombardia e convincere il governo Renzi a cambiare strategia. «Il sistema degli ammortizzatori sociali - ha detto Maroni - da solo non basta. Bisogna investire molto sulle politiche attive del lavoro, come stiamo facendo noi in Lombardia». Sottolineando, però, che «il lavoro non si crea per decreto, ma consentendo alle imprese di poter assumere: il governo deve intervenire per ridurre la pressione fiscale, questa è la strada maestra. Le nostre imprese chiedono di avere un mercato e di poter competere ad armi pari con le concorrenti di Paesi dove le tasse sono più basse».
Ieri, intanto, è saltato (senza retroscena) l'incontro organizzato da Maroni e dal presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo con i parlamentari di tutti i partiti per chiedere appoggio nella guerra a Roma contro i tagli di Renzi. Appuntamento solo spostato a lunedì prossimo per la lobby lombarda bipartisan a causa degli impegni in parlamento dove proprio ieri arrivava in commissione la Finanziaria. «Nella Legge di Stabilità c'è un intervento assolutamente ingiustificabile e inaccettabile - protesta Maroni - con un taglio di 4 miliardi di euro alle Regioni, un taglio di un miliardo e mezzo ai Comuni e zero tagli ai ministeri». Un'operazione definita «inaccettabile» dal centrodestra perché «penalizza chi ha già tagliato e premia quelli che non hanno mai tagliato». E così oggi Maroni alla Camera porterà proprio l'esempio della Lombardia per spiegare che «è una Regione virtuosa» e che «applicando i criteri che noi usiamo per la spesa, si risparmierebbero 10 o 12 miliardi di euro». Con conti che parlano di un costo del personale pro capite per ogni cittadino lombardo che è di 19 euro, mentre in altre Regioni si arriva anche a 220. Clamoroso, per Maroni, il caso della Sicilia che ha 30mila dipendenti, mentre la Lombardia con 10 milioni di abitanti ne conta 3mila. «Tutto quello che lo Stato fa qui con Regione, Comuni, Province, scuole, tribunali - ricorda Maroni - ha un costo pro capite di 3.800 euro, mentre la media nazionale è di 4.300 con punte, in alcune regioni, di 7mila euro. Ed è lì che bisogna intervenire attuando il principio dei costi standard». Quello per cui beni e servizi devono costare in tutte le regioni il prezzo applicato dalle amministrazioni più virtuose.
«Sui costi standard abbiamo votato anche noi e siamo quindi d'accordo - spiega il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri».
Ma l'invito a Maroni è di «mettere mano a una seria spending review sui costi delle società partecipate, eliminare le duplicazioni di costi in alcuni settori, evitare quell'inutile referendum sull'autonomia e tagliare le spese per la comunicazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.