Area B e velox in ritardo: persi 30 milioni in multe. E spunta il salva Macao

Polemica del centrodestra e qualche dem sul piano per regolarizzare il centro sociale

Area B e velox in ritardo: persi 30 milioni in multe. E spunta il salva Macao

L'assessore al Bilancio del Comune, Roberto Tasca, aveva aspettative altissime ma gli era già toccato correggere al ribasso (di 10 milioni) gli incassi dalle multe nel 2019 in occasione del primo assestamento. E a un mese dalla fine dell'anno, ieri ne ha levati altri 20. «Avevamo previsto 290 milioni di entrate dalle sanzioni ma chiuderemo intorno a 260 - ammette -, la flessione è strettamente legata al ritardo nell'installazione di telecamere di Area B e autovelox». Dovevano essere attivati entro l'anno, ad esempio, i velox «macinamulte» in via Novara, viale Famagosta, viale Fermi, allo svincolo dell'A1 a Corvetto, ma non c'è ancora una data. Idem, dopo le prime 15 telecamere di Area B accese il 25 febbraio la seconda tranche doveva «scattare» sanzioni da settembre ma l'avvio è slittato a dicembre. E la «stangata» questa volta è toccata ai vigili: nella Variazione di bilancio presentata ieri in Commissione a Palazzo Marino e dalla prossima settimana in aula risulta una spesa inferiore di 8,26 milioni sul personale. In gran parte - assicura Tasca - è dovuta all'ingresso in ritardo di nuovi assunti, ma in parte ammette è legata alla «componente della remunerazione variabile legata al volume delle sanzioni». Un incentivo a produrre sanzioni? Palazzo Marino recupera invece 5 milioni in più dalla tassa di soggiorno: il turismo vola e gli incassi saliranno a quota 60 milioni.

Ma gran parte della seduta è stata incentrata sul caso Macao, il centro sociale che occupa da sei anni l'ex macello di viale Molise. Tre giorni fa il Comune è diventato a tutti gli effetti proprietario delle palazzine liberty che erano in capo a Sogemi. E ha cambiato strategia, avviando un piano che porta dritto alla regolarizzazione del collettivo che tra concerti, eventi, bar e ostello produce da anni un ricco business esentasse. Allegate alla delibera ci sono le modifiche al Documento unico di programmazione, e a pagina 6 si legge che la cessione «tramite vendita» delle palazzine approvata dal Consiglio solo a marzo 2018 viene ora modificata, «prevedendo l'istituto del diritto di superficie». Con la vendita sul mercato il Comune potrebbe trarre massimo profitto ma un acquirente privato avrebbe mano libera per chiedere lo sgombero Macao e trasformare lo spazio in uffici, progetti commerciali o altro. L'assessore anticipa invece che la giunta a dicembre aderirà di nuovo al bando internazionale di rigenerazione urbana Reinventing Cities offrendo il diritto di superficie «ma tenendo la proprietà» di alcuni spazi della città da riqualificare, come ha fatto ad esempio per le scuderie de Montel, che diventeranno spa. Nell'elenco che approverà la giunta ci saranno le palazzine di via Molise. «In questo caso non vogliamo trarre il massimo profitto ma offrire un progetto utile al quartiere, indicheremo funzioni di interesse pubblico accanto a quelle di diritto privato» anticipa. E prima che il centrodestra salti sulla sedia e annunci una pioggia di emendamenti, è il consigliere Pd Aldo Ugliano ad ammettere l'evidenza: ha tutta l'aria di un piano salva-Macao, inserito con poca trasparenza nel Bilancio. «Esprimo tutta la mia perplessità per lo strumento adottato per modificare un orientamento che l'aula aveva dato solo un anno fa - contesta -. Sono dell'opinione che alcuni centri sociali facciano cose utili ma sono anche per il rispetto della legalità, lo dico con chiarezza e sarebbe ora che prendessimo posizioni più nette su questo tema. E il tena Macao finirà per bloccare la delibera sull'assestamento, meglio una seduta ad hoc». La stessa perplessità avanzata da Basilio Rizzo (Milano in Comune), ma Tasca puntualizza che serve l'atto ora per lanciare il bando a dicembre. Franco D'Alfonso (Lista Sala) ricorda che da ex assessore di Pisapia chiese «lo sgombero di Macao il primo giorno di occupazione». E Tasca alza le braccia: «Non ho visto in 30 anni tutti questi Don Chisciotte dello sgombero. Si chiedono al prefetto se ci sono soldi per progetti alternativi o un privato che entra, altrimenti vengono rioccupati il giorno dopo. E noi risorse ingenti per riprenderci luoghi occupati, lo dico chiaramente, non ne abbiamo». Luigi Amicone (Fi) boccia la delibera che «prelude a un negoziato con gli occupanti, daremo battaglia».

Idem Andrea Mascaretti (Fdi) che punta il faro anche sulla messa a disposizione degli immobili di via Esterle e via Marignano per il bando dei luoghi di culto. «Il tema va trattato in una commissione ad hoc, voglio capire quali garanzie metterà il campo la giunta prima di lanciare il bando moschee e quali interlocutori del mondo islamico saranno ammessi».

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