Ne giorni scorsi ne hanno parlato El Mundo, Le Monde, il Times. Accomunando persino il caso di Roma e Milano sotto lo stesso titolo di «capitali della corruzione», anche se la giunta 5 Stelle è stata travolta dall'arresto di Raffaele Marra, braccio destro del sindaco Virginia Raggi, mentre Beppe Sala risulta indagato nell'inchiesta per la Piastra di Expo, il Pd ha fatto quadrato intorno al sindaco e anche l'opposizione ha mantenuto un atteggiamento garantista. Ma non tollera il limbo cui Sala sta tenendo la città dopo la decisione presa giovedì notte di sospendersi e cedere temporaneamente le deleghe alla vice Anna Scavuzzo. Qualche effetto? Solo ieri è slittato (a venerdì) il cda della Scala di cui Sala è presidente, è saltata la seduta del consiglio comunale, in attesa che venga a riferire all'aula, cancellata per assenza del sindaco anche la riunione fissata al Pirellone per definire la delibera regionale per l'accordo sulla riqualificazione delle Caserme cittadine, non ha partecipato alla Conferenza permanente della Città Metropolitana. E dovendo la Scavuzzo andare a tappare i buchi, è stata annullata anche la Commissione Educazione convocata a Palazzo Marino per le 13. «La ricreazione è finita, Sala torni a fare il sindaco - il commento polemico della coordinatrice Fdi Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio e Città metropolitana -. C'è il rischio di una paralisi amministrativa che Milano e la Città Metropolitana non possono permettersi. Pur comprendendo per certi versi il suo stato d'animo, gli chiediamo di rientrare fin da domani (oggi, ndr.) nelle sue funzioni. Che piaccia o no, anche queste situazioni fanno parte degli oneri e degli onori di chi riveste determinati incarichi».
Ed è finita com'era scontato la riunione dei capigruppo in Comune ieri a mezzogiorno. Seduta di consiglio cancellata sia ieri che oggi, lo avevano preteso i partiti di opposizione vista l'indisponibilità del sindaco a riferire in aula, il Pd non ha potuto che rinviare la prima seduta a mercoledì, confidando nella presenza di Sala: il suo intervento è il primo punto all'ordine del giorno, l'aula è convocata anche giovedì prima della pausa natalizia e a quel punto dem, SinistraxMilano e lista civica sono pronte anche ad una forzatura per approvare l'accordo di programma su Cascina Merlata. Una delibera che riguarda la conversione d'uso da hotel a centro commerciale su un terreno vicino all'ex area Expo e su cui c'è già polemica, ma il 24 dicembre è la scadenza per votare l'atto, o andrà riscritto da capo. «Di fronte a quello che è successo e d cui ha parlato non solo l'Italia ma la stampa internazionale, mi sono meravigliato che il partito di maggioranza relativa abbia aspettato che chiedessimo noi di non aprire il primo consiglio utile senza una relazione del sindaco, sarebbe come dire che l'aula non conta nulla» fa presente da sinistra Basilio Rizzo (Milano in Comune). Il capogruppo Pd Filippo Barberis precisa però che «qualunque cosa succeda, noi entro il 24 voteremo la delibera su Cascina Merlata, pronti a fare una maratona notturna se necessario». Gianluca Comazzi (Forza Italia) fa notare che «si sta verificando purtroppo quello che avevamo previsto, la scelta del sindaco sta generando immobilismo nella macchina amministrativa.
Si è preso qualche giorno per approfondire la sua posizione ma Milano viene prima delle questioni personali di Beppe Sala, ci sono il Bilancio per il 2017 in giunta, i patti parasociali di A2a e Cascina Merlata in aula, su questioni così delicate serve un sindaco nel pieno delle sue funzioni».ChiCa
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