Cronaca locale

Investe con l'autobus una donna: "Distratto dalla chat erotica"

Dopo l'impatto fatale con l'autobus di linea, le indagini sulla morte di Cristina Conforti hanno rivelato la vera causa dell'incidente. "Il conducente del mezzo pubblico stava messaggiando sui social"

Investe con l'autobus una donna: "Distratto dalla chat erotica"

L'11 dicembre 2020 i familiari di Cristina Conforti, 53 anni, se lo ricordano bene. È il giorno della sua morte. Investita da un autobus Atm della linea 727, in via Gorki a Cinisello Balsamo (Milano). L'impatto è così violento che sul parabrezza restano i segni dell'urto. La gente attorno è sconvolta. Sono circa le 15.30 e arriva l'ambulanza con i sanitari che cercano di rianimarla, ma non è più possibile. L'autista è sotto choc, viene portato in codice verde in ospedale.Una tragedia che purtroppo si aggiunge a molte altre in strada.

Si aprono le indagini, si pensa a un malore o a un colpo di sonno del conducente del mezzo. La verità però è un'altra: l'autista era distratto dalla conversazione aperta sul suo telefono.

La chat erotica

L'uomo, 47 anni, è stato ascoltato dagli agenti per capire cosa fosse successo durante quel pomeriggio fatale. Non riuscendo a dire la verità il dipendente Atm ha sempre dichiarato di non ricordare e i suoi racconti sono sempre stati vaghi. Era dunque stata richiesta la perizia del telefono che ha fatto riemergere la verità: l'ora dell'incidente corrisponde a quella di una chat su Facebook per concordare, da almeno mezz'ora, una prestazione sessuale. "Non prestava adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte", si legge nella richiesta di rinvio a giudizio per l'uomo richiesta dalla procura di Monza. L'autista ha urtato "il pneumatico il cordolo in cemento del marciapiede, non accorgendosi della presenza della donna, colpendola con il cristallo del parabrezza e proiettandola alla base dell’autobus per poi investirla e trascinarla fino alla fine della corsa, causandone il decesso".

Fernando Rosa, responsabile Giesse Risarcimento Danni di Monza, che assiste la famiglia, ha ritenuto inaudito morire in simili circostanze."Non sapevamo neppure con quali parole spiegare ai familiari di Cristina l’utilizzo che questa persona stava facendo del proprio cellulare.

Inizialmente sembrava solo una banale distrazione, invece è emerso qualcosa che non ci saremmo mai aspettati".

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