Al «Beso» di via Padova anche la tazzina di caffè è eco-solidale

Al «Beso» di via Padova anche la tazzina di caffè è eco-solidale

«Caffè per aiutare le persone in difficoltà, gli immigrati, a casa loro» dice don Roberto D'Avanzo, direttore della Caritas ambrosiana. Quasi si scusa per l'espressione a casa loro («non è un termine nostro»), ma è anche questo il senso della caffetteria «Beso», locale bio eco solidale in via Padova 36. Siamo ai confini di una zona dura e un posto così, da quartiere bello, conforta chi ci vive. «Carità non vuol dire sciatteria» dice Davanzo, raccontando questa cooperativa che fa riferimento a Caritas (con utili reinvestiti in opere sociali).

«Beso» vende caffè al bar ma anche macchine da caffè. La miscela è pregiata: caffè verde importato da Nicaragua, Brasile, Guatemala, Etiopia dove i coltivatori non vengono sfruttati, poi viene tostato in Italia e si sa che la «tostatura italiana» è una tradizione apprezzata da tutto il mondo. Il di più di buono è che i lavoratori sono scelti tra le cosiddette categorie svantaggiate (termine brutto per dire disoccupati da molto tempo o difficilmente impiegabili in altre attività). A gestire produzione e importazione è Chico Mendes. Il call center per capsule e informazioni si trova nel carcere di Bollate. Insomma, tutto è pensato per dare una bella chance a chi è più in difficoltà senza limitarsi all'elemosina.

È anche «carità ambientale» in un quartiere difficile. I guadagni saranno reinvestiti nei Paesi produttori ma anche sul terriorio.

«Beso», oltre a miscele varie e di alto livello, vende anche biscotti e succhi di frutta ricercati e esotici. Si trova a pochi metri da «Share», negozio di vestiti di seconda mano chic e a poco prezzo, che segue un po' la stessa filosofia: la carità ama la bellezza.

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