Brande, sporcizia e degrado Al Parco Nord tornano i rom

L'area ex Item era stata recintata contro gli abusivi Operazione inutile: in poco tempo altre occupazioni

A chiuderla ci avevano anche provato, ma nel Parco Nord non c'è pace per l'area ex-Item. Nomadi e disperati sono tornati a occupare l'immobile. Lo testimonia un pensionato che ha curiosato in zona dopo aver notato un certo movimento. «Mi sembrava che ci fosse qualcosa che non andava – spiega Franco, il nome è di fantasia – e mi sono armato di macchina fotografica per controllare. Dalla parte del bosco ho trovato alcuni varchi e all'interno vari materiali tra cui alcuni materassi nuovi; so che non sarei dovuto entrare perché è una proprietà privata, ma qui il parco sta cadendo nel degrado». E si tratta di un'area che era stata occupata proprio un anno fa. Poi, a seguito delle segnalazioni pervenute dalla Lega Nord di zona 9, la presidente del Consiglio di zona Beatrice Uguccioni e la dirigenza del Parco erano intervenute sui proprietari convincendoli a chiudere i varchi aperti. Il tempo di registrare il risultato e si è tornati al punto di partenza.

«Felici e contenti perché era stata ripristinata la recinzione perimetrale, sistemato il cancello di accesso e sgomberato gli abitanti abusivi che alloggiavano all'interno, lo scorso maggio abbiamo anche incontrato la Dirigenza del Parco e tra i vari punti discussi vi era appunto la verifica settimanale dei punti sensibili a occupazioni abusive, tipo la Ex Item – ha commentato il consigliere di zona 9 della Lega Andrea Pellegrini, – ma poi la brutta sorpresa: da alcuni cittadini ci sono pervenute le prove fotografiche che la struttura è stata occupata nuovamente e la richiesta di mettere in sicurezza gli accessi. Non dimentichiamoci che nel parco vanno le famiglie con i bambini: se qualcuno di loro entrasse e si facesse male? Sarà anche ora di trovare una soluzione definitiva a questa situazione che va avanti da troppi anni: ci domandiamo se vengono effettuati i controlli mensili periodici, dei luoghi sensibili da parte dell'Ente Parco». «Il Parco ha il problema del personale – spiega un dipendente – pensi che per togliere le erbacce su tutta la superficie ci sono cinque persone: potrebbero farsi aiutare dagli ospiti del campo profughi di Bresso visto che comunque ci sono delle spese per il loro soggiorno e a volte restano qui mesi».

E non è l'unica situazione ingarbugliata per l'ente che gestisce il polmone verde e di cui il Comune degli arancioni non si sta interessando troppo: in questo momento c'è un articolo tra le norme che regoleranno la città metropolitana che stabilisce la gestione unica di Parco Nord e Parco agricolo Sud. Pochi giorni fa però, è stato approvato un documento in Regione che lo affossava. «Sono due parchi profondamente diversi, con caratteristiche non equiparabili, che è impensabile unificare con un semplice articolo. E addirittura non collegati territorialmente. Come è stata concepita, una realtà priva di futuro e di progettualità – ha specificato Giampietro Maccabiani, consigliere regionale del M5S Lombardia -. L'idea di una cintura verde metropolitana intorno a Milano è condivisa dal M5S ma non all'interno di una legge omnibus come quella in discussione in consiglio regionale. Sui parchi è necessario un provvedimento specifico ed approfondito.

Inoltre in questo progetto, fortunatamente bocciato, è mancata totalmente la condivisione con gli enti e i portatori di interesse, che una volta interpellati, tardivamente, hanno espresso in vari modi la loro perplessità al progetto. Il tema non è esaurito, il compito della giunta ora è quello di avviare i tavoli per un vero parco unitario intorno alla città di Milano, indispensabile per la tutela delle poche aree verdi rimaste».

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