Cronaca locale

Brera diventa il palco per una fiction

Il regista Cherstich racconta il film nato per la piattaforma digitale del museo

Brera diventa il palco per una fiction

Napoleone e Dante ai tempi del Covid. In vista della scadenza del suo mandato, il direttore della Pinacoteca James Bradburne tira fuori un altro asso dalla manica per lanciare il modello Brera sulla scena internazionale attraverso la piattaforma digitale BreraPlus. Dopo le visite virtuali, i documentari, i programmi speciali e i concerti, è toccato al teatro fare il proprio debutto tra le collezioni del museo, con una fiction che a partire dal 30 dicembre sarà fruibile dagli abbonati di BreraPlus. Si intitola Great Men il «film» targato Brera girato nei giorni scorsi nel salone della Braidense ma anche nei suggestivi spazi delle Gallerie d'Italia.

Lo spunto è tratto dalle figure monumentali di due grandi uomini, Napoleone Bonaparte e Dante Alighieri di cui si stanno celebrando i duecento e i settecento anni dalla morte. In realtà, lo spettacolo scritto dalla giovane drammaturga inglese Emily Renée e messo in scena dal regista milanese Fabio Cherstich, è una trasposizione contemporanea delle due figure storiche accomunate dall'esilio, attraverso l'esperienza di due giovani amici costretti alla cattività dalla pandemia e le difficili relazioni parentali con due padri ingombranti. «Thomas e Bijan hanno entrambi un rapporto irrisolto con la figura paterna - racconta Cherstich - Il primo è venuto a Milano per cercare il padre che è un grandissimo esperto di Napoleone, il secondo vive in Texas ed è il figlio di un grande scrittore in crisi di ispirazione. I due, costretti all'improvviso dall'isolamento pandemico, iniziano una fitta conversazione attraverso skype, dove mettono a fuoco i propri conflitti e le proprie inquietudini verso un mondo che vive forti cambiamenti. Il tema forte resta quello dell'esilio».

Cherstich, nella sua messinscena che andrà online a fine anno, crea un continuo spostamento di piani con le scene dei due protagonisti che scorrono in parallelo attraverso effetti multimediali. La storia comincia da una performance dal vivo e interattiva con un numero limitato di spettatori, protagonisti gli attori Jorge Franco IV, Marco Gambino e Jacopo Rampini. La scelta di Cherstich, ovvero quella di un regista amante delle contaminazioni linguistiche e che sulla scena fa ampio uso del bagaglio delle arti visive, non è stata casuale.

«É stata la direttrice del Franco Parenti Andrèe Ruth Shammah, con cui collaboro da anni, ad indicarmi a Bradburne per questo progetto - dice - Adoro le sfide, e la scelta di utilizzare anche il linguaggio teatrale trovo vada nella giusta direzione per un museo che vuole aprirsi al futuro e trasformarsi, da contenitore di collezioni, a piattaforma di contenuti». L'opera, realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo e la sponsorizzazione tecnica di Panasonic, è ispirata a due grandi modelli della Storia ma è fortemente contemporanea. «É la chiave giusta per coinvolgere anche il pubblico giovane. Il finale? É un colpo di scena che non posso rivelare...

».

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