Brexit, Piazza Affari "studia" da City

Professionisti, società civile, manager in campo per creare un distretto finanziario

Brexit, Piazza Affari "studia" da City

Un'«azione di lobby alta» per attrarre la comunità finanziaria in uscita da Londra e in particolare le operations di banche d'affari, compagnie finanziarie e le società di consulenza. Per questo è stato costituito un comitato di 130 tra professionisti, rappresentanti delle categorie produttive, società civile, che possano fare rete per creare il consenso necessario all'operazione. La Brexit è sempre più vicina - la regina Elisabetta ha firmato la legge che autorizza il governo britannico a notificare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona - e il governo ha presentato il dossier di candidatura di Milano per ospitare la sede dell'agenzia europea del farmaco, l'Ema.

Fondamentale è convincere l'opinione pubblica che dal trasferimento della city di Londra la città e l'intero Paese possano trarre dei vantaggi. La vicenda Expo insegna: bisogna costruire consenso prima, per prevenire le resistenze e le polemiche che accompagnato la prima fase dei lavori, dopo la vittoria di Milano su Smirne, il ragionamento che emerge dalla platea assiepata all'incontro «Milano, capitale europea della finanza. Il progetto, la squadra, le idee per il dopo Brexit» organizzato alla Triennale da Luigi Casero, viceministro all'Economia e da Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della camera.

Dal sondaggio di Swg su un campione di 800 milanesi rappresentativi, emerge come il 75% dei cittadini auspica l'arrivo dell'Ema, sia per il suo ruolo di centro economico d'Italia, sia per i buoni collegamenti con il resto 'Euroepa (41%). Per il 50% degli intervistati ciò consentirebbe un accrescimento del prestigio di Milano a livello internazionale, ma anche la creazione di nuovi posti di lavoro (45%) nonché un ritorno economico significativo (36%). «Da sempre la nostra città è capitale finanziaria d'Italia, sede della Borsa Italiana e delle principali istituzioni finanziarie - spiega Carlo Bonomi vicepresidente di Assolombarda - e che negli ultimi anni stanno aumentando i propri investiemnti, anche immobiliari, per localizzarsi meglio sul territorio, come Unicredit e Generali». Diversi i plus della nostra città: «Milano è collocata vicina a tutte le altre città europee, ha una posizione per i week end fantastica, ha molti vantaggi per scuola, sanità trasporti e vita civile. Su qualche cosa si può lavorare. Un esempio, la Bocconi è salita molto nel ranking delle università perché ha adottato dei criteri che le hanno consentito di salire» osserva il presidente di Consob Giuseppe Vegas.

Governo e istituzioni stanno lavorando in questa direzione: «Nel passato avevamo un sistema fiscale che era respingente - spiega Casero - ora lo stiamo adeguando per renderlo attrattivo». Tra qualche settimana verrà depositato in Parlamento il disegno di legge per la creazione di un distretto finanziario a Milano: le aziende che si impegneranno a rimanere da noi per qualche anno avranno agevolazioni fiscali, semplificazione burocratica e riduzione degli oneri di urbanizzazione.

Secondo Vegas la prima cosa da fare è far arrivare «le imprese finanziarie, magari adottando qualche misura di agevolazione, in particolare un periodo transitorio di defiscalizzazioni per le imprese che si trasferiscono in Italia». Vegas ha infine concluso: «Milano si può qualificare tra le più importanti capitali europee della finanza. Ce la faremo ma dobbiamo lavorare per farcela».

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