Elena Gaiardoni
NoLo. «North of Loreto». A Nord di Loreto. Dove? Quel tutto lì che una volta si chiamava Trotter, tra le vie Padova e Giacosa, ora è NoLo. Per chi scrive, una delle emozioni più creative è poter registrare la nascita di un nome che inizia la sua vita in un sussurro comodo, sbrigativo, pret-à-porter: «Stasera vado a NoLo». Significa quello spazio di una Milano abietta, censurata, vilipesa, marchiata dai giornali per esigenze di sgomberi e pulizia in quanto meta di un'immigrazione turbolenta e spesso fuorilegge, ecco questo brano di città è La Mecca dell'intellighenzia hipster.
Sono artisti, galleristi, scrittori, restauratori che stanno trasformando questo pezzo di Zona 2 in una salotto stradale. Barbe folte e curate, risvolti alle caviglie, trench larghi, calzettoni colorati, sneaker nere. Aprono barber shop, gallerie come Fantaspazio, centro d'arte contemporanea di via Merano vicino al coworking TalentGarden.
NoLo. In latino significa: «Non voglio». A prima vista sembra che questi giovani «non vogliano» cambiare il quartiere, perché il fiume di lattine per terra, il mercato pakistano con tutti i suoi odori che affondano il pensiero nelle narici, gli ammassi di spazzatura in via Padova resistono in paraolimpica serenità. Eppure senza volerlo questi gabbiani liberi alla Jonathan Livingston le strade malfamate della Zona 2 le stanno a poco a poco ripulendo. Sono andati lì proprio perché attirati dalla multietnia, dalla multifollia, dalla multifantasia, buona o cattiva che sia, ma sulla cera sporca e trasandata imprimono il loro sigillo.
L'arte è metamorfosi da sempre, da Ovidio a Kafka. Dove c'è il bozzolo spesso fa nascere il mostro, ma dove c'è il mostro spesso ricostruisce il bozzolo. Questo fanno i nuovi abitanti di NoLo, fautori di una terza, stravagante, immigrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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