Una contro manifestazione dai toni forti in una delle zone più calde di Milano per la questione immigrazione. Fratelli d'Italia ha organizzato proprio in via Padova un presidio in cui si sono riuniti tutti i nomi noti del partito. Giorgia Meloni in testa. Ma anche i fratelli La Russa, Carlo Fidanza, Riccardo De Corato, fino ai consiglieri comunali e di zona come Marco Osnato e Vincenzo Viola. L'iniziativa, «Italiani scarpe rotte», è nata per contestare la corsa a piedi nudi in sostegno dei migranti che si svolgeva in centro città: «Siamo qui per denunciare la falsa solidarietà e il buonismo miope di certa sinistra, del governo e di chi oggi manifesta scalzo ma poi tornerà a indossare le scarpe griffate per gli altri 364 giorni dell'anno - ha esordito Meloni - perché questi intellettuali non abbiano mai organizzato una marcia per solidarizzare con gli anziani che prendono una pensione da 480 euro al mese, con i padri separati in fila alla mensa della Caritas che si coprono il volto per la vergogna, con gli imprenditori strozzati dallo Stato o tutti gli italiani che stanno scivolando nella povertà perché il governo sedicente di sinistra preferisce aiutare le banche e i poteri forti». "Siamo anche contro il buonismo un tanto al chilo del governo - ha concluso la leader di Fdi - che si occupa degli immigrati che arrivano, ma se ne frega di quelli che muoiono in Medio Oriente o in Nigeria, il governo si vergogna di intervenire lì perché di quelli che crepano ma non li vediamo ce ne freghiamo; mi fa anche tristezza vedere Angela Merkel trasformata in Madre Teresa di Calcutta, ha deciso di accogliere i siriani perché dalla Siria scappa il ceto medio che serve per le industrie tedesche".
"Siamo qui per dire che i profughi, non i clandestini, vanno aiutati ma non dobbiamo dimenticare i tanti italiani con le scarpe rotte che questo governo dimentica quotidianamente - ha commentato Fidanza che è anche tornato sulla questione del candidato sindaco - Del Debbio è l'unico in grado di garantire l'unità del centrodestra, inoltre piace sia a chi vive nelle periferie arrabbiate che a una Milano borghese che vuole rilanciare Milano come capitale dell'innovazione". Meno ottimista un altro politico di lungo corso che sottovoce dice: "Ma quale candidato sindaco, ci vogliono troppi soldi e qui forse solo Salvini potrebbe trovarli".
Durante il presidio, una drappello di contestatori si è riunito dall'altra parte della strada con cartelli che insultavano i militanti di Fratelli d'Italia: "sciacalli" e altre amenità erano riportate dai fogli tenuti in mano da una ventina di persone insieme a uno striscione con scritto "via Padova è antifascista". Se i due gruppi non sono arrivati alle mani è solo grazie alle forze dell'ordine che hanno creato un efficace cordone di sicurezza. Erano però presenti anche semplici cittadini come Federica, 47 anni, che cercava di mostrare le foto del degrado della via ai politici presenti.
"Via Arquà in particolare è uno schifo - ha spiegato mostrando immagini di discariche lungo i marciapiedi, finestre infrante e chiazze di sangue - una signora ha avuto un vetro sfondato solo perché si è lamentata del continuo caos che fanno sotto le nostre finestre; io ormai giro con lo spray al peperoncino e una mia vicina con il manganello".
"Ho provato anche a farmi sentire dalle istituzioni scrivendo su Facebook all'assessore Marco Granelli - racconta Federica - ma quando gli ho inviato queste foto mi ha bloccato, per fortuna che almeno i carabinieri quando li chiamiamo vengono e cercano di darci una mano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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