«C'è voglia di novità e pulizia»

Onorevole Mariastella Gelmini, in Lombardia per Forza Italia è andata malino.
«Gli elettori moderati sono rimasti a casa, ma non sono passati a sinistra».
Però chi è andato a votare, ha votato centrosinistra.
«Ha prevalso la voglia cambiamento. Al centrodestra sono andato Comuni tradizionalmente rossi come Potenza, Urbino o Padova».
Lei in Lombardia è coordinatore, vuol per caso fare un po' di autocritica?
«Non so perché, ma proprio durante il ballottaggio siamo sembrati un partito preoccupato di regolare conti all'interno».
Gli scandali delle mazzette per Expo e per il Mose?
«Non riguardano sono noi, ma anche uomini del Pd come Primo Greganti e il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni».
L'essere in buona compagnia non vi giustifica.
«Per questo ora ricostruiamo il centrodestra proprio partendo dalla questione morale».
Avete spesso fatto la guerra ai giudici.
«Una cosa è la giustizia giusta, altro è l'uso politico che si fa della giustizia. Dobbiamo riprenderci gli elettori spiegando che senza abbandonare il garantismo, saremo intransigenti con chi sbaglia».
Cosa significa?
«Che Fi non ammetterà zone d'ombra dove nascondere comportamenti scorretti e discutibili. Da qui riparte la questione settentrionale».
Vuol dire che la questione settentrionale per Fi riparte dalla questione morale?
«Confondere il nostro garantismo con un'indulgenza verso la corruzione, al Nord purtroppo ha pesato. Ora facciamo chiarezza. E poi sviluppo e collegamento con le categorie».
Avete perso Cremona, Bergamo e Pavia.
«A Cremona contro il segretario Matteo Salvini la segreteria cittadina ha voluto che la Lega andasse da sola al primo turno. È lì che abbiamo perso».
Bergamo e Pavia?
«Sono piacevolmente sorpresa dalla tenuta del sindaco di Bergamo, non mi aspettavo certo di perdere 10 punti a Pavia».
Avete perso anche nei Comuni piccoli.
«L'avvocato Cristina Carrer ha vinto a Pioltello che è zona rossa. Abbiamo vinto a Paderno Dugnano con Marco Alparone, a Ghedi con Lorenzo Borzi di Fdi. A Seriate ad Albino».
La verità è che in Lombardia avete perso.
«Il coordinamento lombardo lavora già per riconquistare il nostro elettorato: serve un nuovo protagonismo liberale, contro il fisco e per il lavoro».
Un altro errore?
«La maglia delle alleanze si è allentata. Ora bisogna ricostruire il grande centrodestra».
Da dove comincerete?
«Abbiamo già cominciato. Con la lega i rapporti sono buoni, abbiamo firmato due loro referendum e anche con Fratelli d'Italia i colloqui sono partiti».
Restano quelli di Alfano.


«Lì ci sono le lacerazioni anche umane della scissione, ma un centrodestra unito è l'unica risposta liberale e moderna a una sinistra che dietro le gag di Renzi nasconde la solita vecchia musica fatta di tasse, burocrazia e attacco al portafoglio».

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