«Non fasciamoci la testa, il candidato sindaco del centrosinistra uscirà tra parecchi mesi e non ha senso svelare il nostro così in anticipo». Calma e gesso è il messaggio del coordinatore cittadino di Forza Italia Giulio Gallera sul toto-nomi che impazza. Ieri è spuntato anche quello dell'ex sindaco di Segrate Adriano Alessandrini, subito smentito dal consigliere Alan Rizzi: «Non credo assolutamente che possa essere uscito dal nostro leader Silvio Berlusconi perchè era stato un elemento di rottura con la Lega in quel comune alle ultime elezioni, sa benissimo che il contrasto si ripresenterebbe a Milano». Gallera, che aveva riportato una conversazione con l'ex premier, parla ora di «un grosso equivoco, Berlusconi ha detto che per la sfida del 2016 andrebbe trovato qualcuno che ha lavorato come Alessandrini a Segrate. E ritiene che un candidato della società civile sia meglio di un politico, visto il clima». Il Cavaliere ha ripetuto il concetto a diversi esponenti del partito lunedì sera durante una festa alle Stelline, l'uomo giusto va cercato fuori dalla politica. E ora tocca agli altri, ai più giovani, gestire le trattative. Tra quei «giovani» evidentemente ci mette il segretario della Lega Matteo Salvini, che sta cercando di convincere il giornalista Paolo Del Debbio a scendere in campo. IL percorso è ancora in salita. E se andasse in porto, è quasi matematico che l'ex assessore della giunta Albertini si presenterebbe con una lista civica, sul «modello Brugnaro» a Venezia. Ma a pagarne le spese (in termini di voti) sarebbe più Forza Italia che il Carroccio. «Se l'obiettivo è vincere a Milano, bisogna metterlo in conto» ragionano dei colonnelli di partito che ha ben presente i malumori già in atto all'interno. E diplomazie sarebbero in corso tra l'ex ministro Ncd Maurizio Lupi e il Carroccio per riunire il centrodestra e (semmai) tornare in pista come candidato. C'è chi scommette che per superare il veto dei salviniani il capogruppo dei senatori sarebbe pronto a mollare Alfano e a dare una bella scossa al governo Renzi. Tempo al tempo.
La strategia elettorale su cui si concentra Fi, per ora, è una campagna d'autunno nei quartieri e nelle piazze. Tutte le settimane almeno un incontro nei Consigli di Zona o nei Cam, si comincia domani in Zona 6 (sul tavolo il traffico in tilt intorno ai cantieri della M4), sabato ci sarà presidio in piazza De Angeli contro il taglio di alcune linee di autobus, la prossima settimana si continua in Zona 3 dove i residenti protestano contro l'invasione dei profughi in Porta Venezia o per i rave in piazza Leonardo Da Vinci e al parco Lambro. Il 28 ottobre gli esponenti di Fi incontrano la Zona 8 che protesta per il campo rom di via Negrotto e per i disagi al parco Testori. E così via. Nei weekend, banchettie gazebo nei mercati e nelle feste di via. «Vogliamo ascoltare i residenti e scrivere con loro il programma. Abbiamo la squadra, il capitano lo troveremo sui contenuti» dice il capogruppo Pietro Tatarella. A breve, anticipa Fabrizio De Pasquale, ci sarà anche il sito «CambiaMi» a cui inviare messaggi. C'è «una grande voglia di riscatto, persino i militanti sono delusi dalla mancanza di ascolto della giunta Pisapia» chiude Gianluca Comazzi. Il tema delle primarie non fa impazzire il centrodestra.
«Ad un certo punto faranno sintesi sul nome i leader del centrodestra - fa presente Gallera -. Ma ricordo che alle Europee Giovanni Toti ha preso qui 25mila preferenze personali contro le 18mila di Salvini. Se ci saranno le primarie Fi può mettere in campo un nome e vincere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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