"Il cantiere di San Babila va smantellato". Ora il Comune ci pensa

Anche la maggioranza attacca: la viabilitàva ripristinata. Granelli: "Dipende dai costi"

"Il cantiere di San Babila va smantellato". Ora il Comune ci pensa

Ci sono voluti quasi due anni di disagi, ricorsi e sentenze perchè finalmente anche la politica cittadina affrontasse la questione del parcheggio interrato di via Borgogna. Ieri una commissione a palazzo Marino voluta dal consigliere azzurro Gianluca Comazzi ha chiesto alla giunta lumi sul cantiere abbandonato che rimarrà tale almeno fino al giugno di quest’anno, data dell’udienza in cui il Tar deciderà sui tre ricorsi contro il Comune. Incalzato da opposizione e maggioranza, l’assessore alla Mobilità e Ambiente Marco Granelli ha promesso (ma l’aveva fatto anche il sindaco Sala un anno fa...) di valutare l’eventuale liberazione dell’area in attesa della decisione dei giudici. «Dipenderà dai costi - dice Granelli - per lo smantellamento del cantiere servono alcune migliaia di euro e non vorremmo che fossero a carico del Comune, ne stiamo parlando con Expo Borgogna Parking...».

Ma in attesa che vengano almeno attenuati i disagi per una viabilità massacrata in tutta l’area di San Babila, il dibattito politico si è acceso una volta per tutte sull’opportunità di un progetto che vorrebbe costruire l’ennesimo parcheggio interrato in pieno centro, in un momento storico in cui la politica punta a disincentivare l’uso dell’auto e a creare nuove linee di metropolitana. Un controsenso che non sfugge agli stessi membri della maggioranza. «Quel cantiere va immediatamente smantellato - dichiara il presidente della commissione, il democratico Carlo Monguzzi -. I costi? Si dovrebbero addebitare alla concessionaria oppure alla M4». Quello dei costi è l’alibi con cui l’assessore Granelli continua a difendere a spada tratta un progetto che i residenti non vogliono e che non ha ragion d’essere visto che oggi, in virtù anche dell’Area C, i parcheggi in centro sono semivuoti. «Il Comune ha stipulato una transazione con l’impresa che ha eliminato 11 progetti su 12 - ha detto l’assessore - tornare indietro significherebbe esporsi alla richiesta di una penale da 60 milioni di euro. Questi parcheggi non li avremmo mai voluti e sono il parto dell’amministrazione di centrodestra firmata Albertini».

Un’autodifesa giudicata vacillante da un altro esponente della sinistra, il consigliere Basilio Rizzo: «Il Comune ha il dovere di fare gli interessi dei cittadini e assumersi le sue responsabilità in un contesto che è radicalmente mutato rispetto a 15 anni fa, all’epoca del piano parcheggi. Anzichè trincerarsi dietro ai cavilli giuridici, deve chiedersi se quel parcheggio in project financing serve alla città oppure no. Se la risposta è no bisogna attuare tutti i meccanismi legali, come l’istanza di autotutela, per ostacolarne la realizzazione».

Sulla stessa linea il consigliere David Gentili di Insieme X Milano che aggiunge: «Palazzo Marino deve valutare i costi e i benefici di questo parcheggio e anche un piano economico tutt’altro che rassicurante: di fideiussioni fantasma ne abbiamo viste troppe». Il capugruppo azzurro Comazzi respinge invece le accuse al centrodestra: «Come fa Granelli a rinvangare strategie di 20 anni fa, quando c’erano ancora le cabine telefoniche a gettone?».

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