Un'indagine «fatta con il cuore» ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Canio Giuseppe La Gala. Che i militari del nucleo investigativo, infatti, «si sono impegnati a svolgere immedesimandosi nelle vittime, nella misura i cui l'acquisto di una casa rappresenta il più delle volte il coronamento di un sogno piuttosto che un mero investimento in cui rischiare i risparmi di una vita». Sono ben otto, infatti, gli italiani responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alla sostituzione di persona ed all'impiego di denaro di provenienza illecita per aver organizzato 17 compravendite fittizie di immobili di pregio in quartieri centrali di Milano riuscendo a truffare 2 milioni di euro.
Gli indagati, particolarmente abili e conoscitori del mercato immobiliare, approfittavano della buona fede dei proprietari, che avvicinavano proponendo un inesistente portafoglio clienti di facoltosi stranieri interessati all'acquisto. Contestualmente, ingannavano i compratori presentandosi come i proprietari, di cui utilizzavano le generalità copiandole su documenti d'identità clonati. L'esca, infine, era la proposta di vendita che si attestava su cifre notevolmente inferiori rispetto al reale valore degli appartamenti. Gli indagati, sempre particolarmente circospetti e prudenti, una volta giunti al compromesso sparivano dalla circolazione con le cospicue caparre, che utilizzavano in seguito per acquistare lingotti d'oro in Svizzera. Si tratta infatti di soggetti che - secondo quanto spiegato ieri dagli inquirenti al comando provinciale dei carabinieri di via della Moscova - hanno una lunga carriera criminale in particolare nel campo della ricettazione. Questo gli ha permesso di avere una rete di contatti tale da potersi procurare documenti falsi in bianco che compilavano con i dati dei proprietari reali.
«Queste truffe potevano ripetersi all'infinito sarebbero andate ancora avanti per molto se non le avessimo fermate». Così ha definito il procuratore aggiunto di Milano, Riccardo Targetti, che ha coordinato l'inchiesta del nucleo investigativo dell'Arma.
Infatti, in alcuni casi gli stessi appartamenti sono stati utilizzati per più truffe, come nel caso di tre abitazioni in via Pagano, Via Vaina (zona Porta Romana) e in via Solari. Altri appartamenti sono in corso Indipendenza, via Melzi D'Eril e in via Ippodromo: tutte aree prestigiose della città.RC
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