Un «pacco» di documenti - circa duecento - con l'intestazione dei vari Consolati, dal Bangladesh al Marocco o l'Egitto e spesso la stessa formula: «Sulla base dei documenti presentati si certifica che» il mister x «non possiede alcuna proprietà» nel Paese d'origine». Sono le più recenti dichiarazioni giurate allegate dai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea alla richiesta di accedere alle liste per gli alloggi popolari. Il ventunesimo bando invece è ancora aperto e pubblicato sul sito del Comune di Milano (scade il 21 dicembre), si legge (come sul precedente) che «i cittadini di Stati non Ue regolarmente soggiornanti in Italia che presentano la domanda di partecipazione debbono documentare di non avere proprietà o altro diritto reale su alloggio adeguato all'estero, riproducendo la relativa certificazione o attestazione rilasciata dalle Autorità del proprio paese di origine, legalizzata e tradotta nei termini di legge». É così da anni. Il capogruppo della Lega Alessandro Morelli ha richiesto un accesso agli atti appena esplosa la polemica sulle mense «vietate» ai figli di stranieri a Lodi, sul regolamento con cui la sindaca leghista Sara Casanova escludeva dalle agevolazioni chi non integrava le dichiarazioni Isee con la certificazione di non possedere proprietà all'estero e che è stato ritenuto «discriminatorio» una settimana fa dal tribunale di Milano. Morelli ribatte che accedere reperire i documenti per i cittadini non Ue «non è a quanto pare impossibile visto che lo devono fare puntualmente anche per la richiesta delle case popolari, ma non ho mai sentito Pd e compagni denunciare il caso, parlare di regolamento discriminatorio e chiedere uguali condizioni per italiani e stranieri». Per polemizzare contro la sindaco Casanova «il Pd - attacca Morelli - é passato pure sui bimbi che sono stati vittime di un'ondata di polemiche non solo inutile ma falsa e impietosa mentre Milano si comporta alla stessa maniera, applicando una norma statale. Finalmente in questi giorni mi sono arrivate centinaia di dichiarazioni dei consolati di mezzo mondo che attestano le proprietà degli stranieri paesi d'origine». Morelli sostiene che «il Pd insomma ha scatenato una polemica fortissima passando sulla pelle di bimbi e sfruttando le loro mamme sapendo perfettamente che non esiste nessuna discriminazione a Lodi, come non esiste a Milano.
Ora chiederemo la conferma che la legge venga applicata su tutti i bonus e prebende comunali augurando ottimo lavoro alla sindaco Casanova cui va tutto il sostegno personale e politico per essere stata oggetto di accuse infamanti e pretestuose. L'unica discriminazione infatti è quella del Pd che applica le leggi ma vorrebbe che gli altri le disapplicassero».
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