Un Centro per le Arti. E Scalo Romana è sempre più Chelsea

Dopo Fondazione Prada, ecco un nuovo spazio per la creatività contemporanea

Un Centro per le Arti. E Scalo Romana  è sempre più Chelsea

Probabilmente ci vorrà un po' di tempo prima che l'ex Scalo Romana si trasformi, come qualcuno già ventila, nella Chelsea milanese. Eppure in questa ex zona industriale, tra fabbriche riconvertite e pretenziosi cantieri, ci sono tutte le premesse per un quartiere cool nel segno dell'arte e della creatività. Trainato dalla spettacolare Fondazione Prada, fresca della nuova torre di nove piani che ospita una collezione contemporanea degna del MoMa, il quartiere ospita a poche centinaia di metri una nuova realtà che sta facendo parlare di sè. Il centro d'arte ICA Milano (Istituto Contemporaneo per le Arti) non è infatti l'ennesima galleria privata, ma una fondazione no profit sulla scia dell'omonimo celebre centro artistico londinese di Trafalgar Square. Qui, nel quartiere Ripamonti, in un edificio industriale dismesso anni Trenta di 700 metri, si è materializzato il sogno di cinque professionisti di diversa estrazione: Bruno Bolfo, Giancarlo Bonollo, Enea Righi, Alberto Salvadori e Lorenzo Sassoli De Bianchi. Il sogno era quello di dar vita ad una piattaforma culturale aperta al territorio entro cui canalizzare idee e ricerca in tutte le arti. Mente del progetto e direttore artistico è il fiorentino Salvadori, una lunga esperienza in musei ed istituzioni d'arte, e che da gennaio è impegnato a dare un'anima ad un progetto che spazia dall'arte contemporanea al cinema, dall'editoria alla musica. Il contesto è verace e politically uncorrect, se condideriamo i format dell'arte contemporanea: l'indirizzo è logisticamente impegnativo e la struttura, lontanissima dalle white cube dell'arte, è stata praticamente lasciata allo stato grezzo. In pochi mesi, tuttavia, Salvadori & C hanno voluto dimostrare che cosa vuol dire lavorare sui contenuti: assunzione di responsabilità, interdisciplinarietà e massima apertura al territorio. Su questa linea ha riscosso non poco interesse l'evento Books and Others, inaugurato a settembre con cadenza annuale, interamente dedicato al libro d'artista e all'editoria indipendente. «Quello dell'editoria è un tema che ci sta particolarmente a cuore - dice Salvadori - perchè ICA vuole essere un luogo di pensiero ma soprattutto di condivisione di idee: per tre giorni sono stati esposti e resi fruibili al pubblico 100 titoli e cataloghi d'arte di 30 editori italiani, parte dei quali sono entrati a far parte della nostra biblioteca». Nei giorni scorsi, invece, il blasonato duo di videoartisti Masbedo ha trasformato l'edificio in un percorso di videoinstallazioni che riflettono sulla storia passata e presente della Sicilia.

Perchè le frontiere cambiano è il titolo del progetto realizzato nell'ambito del più complesso progetto Videomobile, presentato per la prima volta a Palermo in occasione della rassegna Manifesta. Tra miracolose riedizioni e opere inedite, è l'arte che ci ricorda chi siamo.

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