Strade del centro invase di gente. Milanesi in coda per riscaldarsi con un «vecchio» panzerotto di Luini. File infreddolite davanti ad Abercrombie. Mercatini e «Oh Bej» presi d'assalto. La Milano di Sant'Ambrogio ha registrato il tutto esaurito. Centinaia di migliaia di milanesi arrivati a frotte anche dalla provincia, hanno riempito le vie e i negozi, risollevando l'animo e i conti dei commercianti alle strette con la crisi dei consumi. «Una tregua rispetto alla crisi», commenta Simonpaolo Buongiardino vicepresidente di Confcommercio stupito lui stesso di come anche vie solitamente non troppo trafficate come via Manzoni ieri erano traboccanti di gente. Ma mentre il centro ha vissuto per tre giorni un clima di euforica festa all'insegna (quasi) dei vecchi tempi, tutto il resto della metropoli ha fatto i conti con un altro Sant'Ambrogio. Senza luminarie, con un calo massiccio di presenze e ricavi quasi nulli. È una Milano a due velocità che si avvicina al Natale. Una Milano che è andata restringendosi sempre di più attorno al Duomo e poco oltre. Sfavillante quanto basta all'interno del suo cuore pulsante per poi spegnersi gradatamente in quelle che non troppo tempo fa erano le vie dello shopping e che oggi, senza neanche un accenno di festone luminoso, parlano di tracollo e di disastro. «Come è andata? Meglio delle aspettative», commenta soddisfatto Gabriel Meghnagi, a nome degli oltre 300 commercianti di Buenos Aires. «Venerdì e sabato c'era tanta gente e molti hanno acquistato. Non di più ma neppure di meno rispetto allo scorso anno». E gli sconti in tutto questo avrebbero influito poco. Lo conferma Alessandro Prisco di AscoDuomo: «Il Natale non è iniziato malissimo. Le nefaste previsioni non si sono avverate, non ci sono stati grossi cali». E se le presenze erano visibili a tutti anche gli acquisti in centro non sono scesi in picchiata. «Si regge - dice - a fatica ma si regge e se gli altri anni potevamo contare sulla vendita di 3 oggetti da 100 euro l'uno oggi siamo contenti quando se ne vende due a 50 l'uno. Ma non è la disfatta totale». Peggio che una «disfatta» è invece quella che lamentano i negozi oltre i Bastioni rimasti quest'anno senza luminarie, senza clienti e quindi pure con le saracinesche chiuse. Lo dicono a Lorenteggio ma pure in via Washinghton e anche in Paolo Sarpi. «É un deserto completo - sbotta Gaetano Bianchi (via Lorenteggio) - o sono morti tutti o non escono di casa. Nel mio negozio sono entrate due persone per cambiare le pile. Stop. Tanti negozi non hanno neppure aperto visto com'era andata sabato. Siamo ancora senza luci in attesa che il Comune ci dica come è andato il bando». «Tanta curiosità ma niente acquisti», dice Remo Vaccaro, di via Poalo Sarpi.
«Ha chiuso persino il bar tabacchi - tuona da una via Washington senza luci Eugenio Marchitelli - Dimezzato l'afflusso della gente e i consumi... qui si perde il 30-40 per cento al mese rispetto all'anno scorso. C'è solo un grande scoraggiamento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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