La Cgil contro il Comune per i maestri di religione

Cinquanta insegnanti «specialisti» della religione Cattolica assunti a settembre nelle scuole dell'infanzia milanesi. La domanda che la Cgil ha sottoposto al Comune di Milano è semplice: erano davvero necessari tutti quanti? O potevano essere rispettati i patti con la Curia anche assumendo un numero minore di insegnanti per la religione cattolica e magari destinare una quota dei posti agli insegnanti di sostegno? In una lettera firmata l'8 novembre scorso Tatiana Cazzaniga (responsabile funzione pubblica della Camera del Lavoro) fa presente infatti che a fronte delle 50 assunzioni a tempo determinato sono stati spesi 1.142.550 euro.
«Si coglie l'occasione - si legge nella nota - per evidenziare nuovamente le carenze di personale nei servizi dell'infanzia non solo come coperture di assenze, ma anche di altro personale come ad esempio quello di sostegno». In un momento di spending review su tutti i fronti la Cgil si chiede se anche nei confronti degli insegnanti di religione nelle scuole comunali non debba essere applicata la stessa misura. Nonostante infatti le ultime assunzioni di educatrici a tempo determinato e indeterminato (rispettivamente 150 e 150) nelle scuole dell'Infanzia, ovvero i vecchi asili, per i bambini dai 3 a 6 anni le maestre sono ancora troppo poche. Milano ha avuto una deroga alla legge di stabilità del 40 % ma la coperta resta sempre corta . A riconoscerlo la stessa Cazzaniga. Per raggiungere l'ottimo a suo parere mancano ancora 150 insegnanti, facendo due conti sommari. 25 sarebbero stati abbastanza da tirare un sospiro di sollievo. A Milano la richiesta dei servizi all'infanzia è molto alta e le presenze dei bambini sono altissime. Per questo «la Cgil si chiede se il milione e rotti di euro non potesse essere speso in parte per rispondere alle esigenze delle bambine e dei bambini disabili e dei servizi al collasso oppure, vista la grande propaganda per il riconoscimento dei numerosi culti praticati da diverse comunità nella nostra città non sia più coerente prevedere progetti di multiculturalità nel rispetto anche di chi non professa la religione cattolica». Secondo Tatiana Cazzaniga molto spesso infatti gli insegnanti di religione vengono utilizzati per coprire «buchi» di educatori. In pratica restano nelle classi con tutti quanti i bambini invece di limitarsi a quelli che hanno scelto di avvalersi dell'ora di religione. «Ricordiamo - spiegano ancora - che tale personale non è assunto per svolgere la quotidiana attività educativa ma solo per l'insegnamento della religione cattolica».

Viene ribadito che il servizio di sostegno ai bambini disabili è infatti gestito da anni da cooperative «e quindi la scelta del personale da assumere non deve rispondere a norme del turn over nel pubblico impiego che come sappiamo pongono limiti restrittivi, ma esclusivamente a scelte economiche, tema che sempre più spesso ci viene posto a giustificazione di scelte come la chiusura o il passaggio allo Stato della scuola primaria di via San Giusto».

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