"Chi vota Calenda sappia che vota per la sinistra"

L'ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo ora è pronto a tornare alla Camera: "Le liste? Pochi posti, Berlusconi soddisfatto"

"Chi vota Calenda sappia che vota per la sinistra"

«Spero che la mia storia possa essere d'esempio per chi dipinge Forza Italia come un partito che non dà valore alla militanza». Il deputato Alessandro Cattaneo è candidato per la Camera nel plurinominale nel collegio di Milano e all'uninominale di Pavia, città di cui è stato sindaco. Per le liste sono state compiute «scelte dolorose», gli spazi erano stretti: «Ma vorrei mandare un messaggio a chi si sente deluso: io ho iniziato dal quartiere, vedevo Silvio Berlusconi in tv e ai comizi. Ho fatto migliaia di gazebi e ancora ne faccio. Sono diventato sindaco a 29 anni e oggi lavoro con la stesa passione di quando ho cominciato».

Onorevole Alessandro Cattaneo, come sarà la sua campagna?

«La mia è una candidatura importante: sono molto grato al presidente Berlusconi e alla coordinatrice Licia Ronzulli. I collegi non erano tanti per il taglio dei parlamentari e per equilibri interni alla coalizione. Riuscire a ottenere quello di casa mia ed essere capolista a Milano è un qualcosa che fa piacere».

Il movimento giovanile di Forza Italia c'è rimasto male, chiedeva più rappresentanza.

«Sono stati fatti sforzi massimi e abbiamo trovato il modo di coinvolgere alcuni giovani militanti e sindaci. Anche se in posizioni incerte, ci sono nelle liste. Ai nostri giovani dico: non ho mai tradito Berlusconi e sono sempre rimasto attaccato al partito. A volte le attese vengono deluse ma bisogna tener duro. Io sono caduto e mi sono rialzato, il lavoro e la coerenza pagano».

Ha fatto scalpore l'esclusione dell'ex assessore lombardo Giulio Gallera.

«Stimo Giulio, abbiamo un rapporto forte. Il suo valore è indiscusso, così come il lavoro che ha fatto. Le decisioni sono state prese in virtù degli spazi risicati che c'erano. Il partito lavorerà per continuare a valorizzarlo come merita: è una risorsa preziosa».

Berlusconi era contento delle liste lombarde?

«Molto. Poi lui è una persona di cuore: gli dispiace se ci sono delle attese non soddisfatte. Ha seguito il programma del centrodestra riga per riga. Ci ha ricordato che dobbiamo essere semplici, perché la gente vuole una politica chiara. E comunque credo che Fi si presenti con una bella squadra, coerente con i suoi valori».

Quanto può valere questa sua discesa in campo?

«Berlusconi è forte della sua storia ed è sempre garanzia di consenso e di crescita nei sondaggi. Le persone voteranno per ciò che sentono sulla pelle, come le bollette. E lui è credibile davanti agli elettori, essendo un politico che ha lasciato il segno. Mentre la sinistra fa ironia, per esempio, i pensionati si ricordano che ad aver aumentato le pensioni è stato proprio Berlusconi».

Che ruolo avrete nella coalizione?

«Abbiamo uno spazio politico importante. E poi siamo noi gli inventori del centrodestra. Chi si sente alternativo alla sinistra sa che Fi è sinonimo di governabilità e responsabilità. Cinque anni fa si diceva che uno vale uno, mentre oggi la parola d'ordine è tornata a essere credibilità per dare il Paese in mano a chi sa tenere il timone nella tempesta. Noi più di tutti ci candidiamo a svolgere questo ruolo nella coalizione».

Il terzo polo ruberà i voti dei moderati?

«Stanno perdendo credibilità. Calenda aveva una rotta coerente che gli era riconosciuta, poi lo abbiamo visto in un balletto inverosimile. Se ti comporti così quando devi dimostrare di essere affidabile, chissà cosa combinerai se mai avessi responsabilità di governo. E poi c'è una cosa che è bene che tutti sappiano».

Cosa?

«Dal punto di vista politico rappresentano un'area di

centrosinistra un po' travestita da centrodestra. Calenda è stato eletto col Pd in Europa e non c'è un Comune sopra i 15mila abitanti dove Azione non è schierata con loro. Chi li sceglie sta votando per il centrosinistra».

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