Da Chinatown ai musei, un aiuto ai terremotati

Gazebo per raccogliere fondi in via Sarpi e circa 10mila euro dagli ingressi ai poli civici

(...) di fine agosto per smistare il materiale in arrivo e ora in rotta verso il centro Italia. Hanno partecipato alle operazioni anche tanti ospiti dei centri di accoglienza, italiani e stranieri, anche i profughi. Dal dormitorio di viale Ortles intitolato a Enzo Jannacci all'hub per i migranti gestito da Arca in via Sammartini, accanto alla stazione Centrale, è stato un via vai quasi continuo. «Milano dimostra ancora una volta il suo grande cuore. La partecipazione dei cittadini alla mobilitazione del Comune è stata davvero significativa» registra la nota ufficiale a iniziativa chiusa. Tanti prodotti per l'igiene personale, tra i beni più urgenti e in da mettere a disposizione degli sfollati in grandi quantità: shampoo, bagnoschiuma, creme idratanti, schiume da barba.

E ieri è stata la domenica della cultura solidale. Chi è entrato nei musei statali e in quelli civici, pagando il biglietto ha offerto la somma alla ricostruzione dei comuni colpiti dal terremoto. L'intero incasso sarà interamente devoluto alle zone devastate dal sisma. A penalizzare un pò l'iniziativa, la città ancora semideserta, era la giornata del grande controesodo. Ma solo nei polo civici, dal Museo del Novecento (oltre 500 biglietti) a quello di Storia naturale (circa 600) alle sale del Castello Sforzesco (circa 1.250), sono entrati 3.500 visitatori. Fanno circa 10mila euro. Ma ci vorrebbe il bis in una domenica di settembre.

All'ingresso di ogni struttura era esposto un cartello per informare - in italiano e in inglese - i visitatori dell'iniziativa, ma non tutti ci hanno fatto caso. Alla Pinacoteca di Brera, la maggior parte dei turisti non ne erano ma una volta appresa la notizia si sono detti «contenti di essere utili».

Anche il cardinale Angelo Scola, durante la Messa celebrata ieri nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Vendrogno, sulle montagne in provincia di Lecco, ha pregato per i terremotati.

«La tragedia del terremoto - le parole dell'Arcivescovo - ci rimanda a recuperare il rapporto corretto con la natura che anche in questo luogo, unico per bellezza, ha bisogno della vostra cura. E questo è elemento di crescita e di educazione. Dobbiamo prenderci cura della montagna perché è il nostro ambiente di vita». RC

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