«Ci vietano l'alcol nei locali? Facciamo scorta al discount»

«Ci vietano l'alcol nei locali? Facciamo scorta al discount»

Fanno la fila fuori dalla discoteca con la bottiglia in mano. Ma la bottiglia non è né di vetro né porta l'etichetta di una birra o di un super alcolico. È una comunissima bottiglia di plastica trasparente, di quelle dell'acqua, da un litro e mezzo. Inattaccabile.
Ecco il nuovo tucchetto dei giovani milanesi. «Così ci sballiamo e non spendiamo niente» ammette Roberto, 18 anni o poco più, che non si perde nemmeno un venerdì sera all'Alcatraz. Jeans col cavallo basso e aria strafottente, se ne sta appoggiato al muro del locale aspettando di entrare e butta giù sorsate di vino rosso dalla sua bottigliona di plastica. «Macché vino, è Coca Cola» ride. Nel suo gruppo c'è chi sorseggia effettivamente della Coca Cola ma è mista a rhum. E poi spuntano vodka e super alcolici di vario genere. Tutti travasati meticolosamente e camuffati a dovere. Una ragazzina ci spiega: «La consumazione nel locale è una sola, costa troppo ordinare più di un cocktail, noi ci benziniamo prima, ci portiamo avanti».
Ma da dove arriva tutto quell'alcol? «Eh, lo ha comprato un nostro amico in un discount. Hai presente viale Cassala?». Ecco la nuova tendenza dei giovani. I locali non vendono alcol ai minorenni? I pub fanno pagare troppo birre e drink? Scatta l'operazione discount. Chi nel gruppo è maggiorenne raccoglie i soldi di tutti gli altri e va a fare scorta di lattine e bottiglie. Spesso robaccia a poco prezzo, da buttar giù prima di cominciare la serata. Ovviamente per i minorenni non è un problema nemmeno scavalcare i divieti sulla vendita di alcolici nei locali. «Chi ha 16 o 17 anni se ne sta fuori, gli altri entrano e prendono i daiquiri o i moijto. Mica è vietato». Appunto, mica è vietato. E capita spesso, non necessariamente nei baretti della periferia. La scorsa settimana gli agenti della polizia locale hanno chiuso un noto locale in via Celestino IV, cuore della movida milanese. Vendeva alcolici ai minori. Il provvedimento, emesso dal prefetto, è arrivato in seguito a numerosi controlli e segnalazioni da parte del servizio dell'Annonaria che, in sei mesi, ha emesso 19 sanzioni per diverse irregolarità a carico dei due titolari: un cinese di 40 anni e un 30enne originario del Bangladesh.
«Bene i provvedimenti di chiusura che colpiscono le attività che non rispettano le regole – afferma Alfredo Zini, vicepresidente vicario dell'Epam – le stesse che creano concorrenza sleale tra imprese e fanno aumentare il conflitto tra residenti e titolari di pubblici esercizi. Ci auguriamo che gli stessi controlli colpiscano anche i troppi venditori abusivi presenti nelle zone della movida». In base a una ricerca dell'Asl, un giovane su quattro tra gli under 25 ammette di aver preso una sonora sbornia nell'ultimo mese. E anche le ragazze non si tirano indietro: il 7% confessa di aver bevuto fino a star male assieme agli amici.

Ma il dato che preoccupa maggiormente i medici dell'ufficio di Prevenzione dalle dipendenze è quello che riguarda i minori fra gli 11 e i 15 anni: il 14% ammette di aver preso la prima ubriacatura a 15 anni, il 6% a 13 anni. E questa moda malsana non sembra scemare.

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