Addio alla mostra delle polemiche. Si è dovuto rassegnare Vittorio Sgarbi, a malincuore. Ieri mattina la nota ufficiale della Giunta: Milano non ospiterà la mostra «Vade retro - Arte e omosessualità» perché la società produttrice Artematica «non ha accettato - spiega Sgarbi - la proposta di esporre a palazzo della Ragione con lesclusione delle dieci opere che il Sindaco aveva voluto censurare».
Ha prevalso il desiderio di integrità. «È un valore - precisa lassessore - a cui Artematica non ha voluto rinunciare». Ma questa soap opera non è ancora destinata a finire. Dove approderà la mostra? Il quesito che ormai da giorni appassionati darte e curiosi si stanno ponendo non ha ancora trovato risposta. «A sorpresa - rivela divertito Sgarbi - la meta più probabile sembra Sesto San Giovanni». Il comune al confine di Milano, infatti, sembrerebbe pronto ad ospitare la mostra nello spazio MIL (Museo industria lavoro) sorto dalla ristrutturazione degli ex magazzini Breda. «Ho parlato con il produttore Andrea Brunello - spiega Emilio Russo, il direttore del teatro Filodrammatici che gestisce lo spazio - e ci siamo dati appuntamento per lunedì alle 12.30. Insieme visiteremo ledificio e valuteremo le possibilità di allestimento».
E così, un piccolo trasloco potrebbe segnare lepilogo di tante polemiche. Da Palazzo della Ragione alla Bicocca. Lo spazio MIL dista pochissimo da Milano: «Si trova in via Grimaldi - precisa Russo - alla fine di viale Sarca». Detto e fatto: se lunedì lincontro andrà a buon fine, Vade retro potrebbe aprire già a fine agosto. E poi? «Napoli e Padova hanno mollato. La prima perché i custodi di Castel SantElmo costano tre volte quelli di Milano e la seconda perché lassessore Monica Balbinot che tanto lavrebbe voluta proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata sfiduciata dal sindaco Zanonato» ha spiegato Sgarbi. Tra le città interessate spuntano anche Isernia e Campobasso, mentre calano le quotazioni di Bologna perché «Cofferati dopo aver dato il placet per la Madonna che piange sperma sembra determinato a stare alla larga per un po da nuove polemiche». Infine resta lipotesi londinese: «Si è fatto avanti lIstituto della cultura di Londra ma sembra che lo spazio per lesposizione sia troppo esiguo». Da Isernia alla City: tutti determinati ad accaparrarsi la mostra che la città meneghina ha censurato. E Milano che fa? «Rilancia» sentenzia lassessore. Come? «Con una mostra ancora più ricca, a prova di Letizia Moratti». Sembra che sia stata proprio il sindaco in persona a insistere e così in quattro e quattrotto è nato il progetto per una mostra universale sul tema dellomosessualità. «Abbiamo già deciso tutto: aprirà il prossimo 19 giugno in concomitanza con le passerelle della moda maschile». Alcune opere saranno le stesse della versione contestata, a queste però, ne verranno aggiunte molte altre: «Il sindaco - anticipa il critico - vuole un allestimento che tolga la sensazione di scandalo e, al contrario, dia spazio alla storia e alla letteratura dellattitudine omossessuale».
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