Città della salute, sfida finale Milano-Sesto

Città della salute, sfida finale Milano-Sesto

Venti giorni di manovre diplomatiche, di pressioni sotterranee e di dichiarazioni pubbliche. Adesso i giochi sono fatti: oggi, salvo imprevisti, la Regione Lombardia prenderà la decisione destinata a cambiare le abitudini di molti pazienti milanesi, ma anche a sancire il futuro di un pezzo di città. É la scelta del terreno sul quale sorgerà la Città della salute, il centro clinico destinato a radunare sotto lo stesso tetto l’Istituto dei tumori di via Venezian e il Besta, il neurologico di via Celoria. Due strutture importanti, dove si fronteggiano patologie terribili, e dove la bravura clinica è limitata dalle strutture fatiscenti.
Quindi si cambia, ma dove? É un progetto che fa gola, perché porta con sé molti soldi e un impatto sul territorio: occupazione, residenze, alberghi per i familiari. A contendersi la City sono due sindaci rossi: Giuliano Pisapia, che vorrebbe portare tuto sul terreno della Perrucchetti, la caserma di Baggio ormai in fase di abbandono; e Giorgio Oldrini, che vedrebbe assai bene il nuovo ospedale a Sesto San Giovanni all’interno del colossale progetto di riconversione dell’area Falck. Terze soluzioni non ne sono state proposte: anche perché, si dice, l’ex ministro Umberto Veronesi ha fatto sapere che avrebbe considerato un atto ostile collocare la cittadella troppo a ridosso del suo Ieo, in via Ripamonti.
Così o a Baggio o a Sesto: praticamente, due opzioni agli antipodi della città. Chi la spunterà, nel braccio di ferro tra giunte di sinistra? Pisapia, e il suo assessore all’urbanistica Ada De Cesaris, grande sponsor dell’ipotesi Perrucchetti, hanno dalla loro la indubbia forza di gravità del territorio milanese: portar fuori Milano due ospedali storicamente radicati sulla circonvallazione sarebbe una scelta indigesta per alcune abitudini. La Perrucchetti ha il pregio di essere grande (165mila metri quadri) e facile da demolire, e non ha bisogno (probabilmente) di bonifiche.
Ma ha un difetto non da poco: non appartiene al Comune. Il terreno è del ministero della Difesa, che non ha alcuna intenzione di regalarlo a chicchessia. Così se la Regione scegliesse la Perrucchetti, ai 280 milioni già stanziati se ne dovrebbe aggiungere un altro gruzzolo per comprare la ex caserma.
Sull’altro piatto della bilancia, l’offerta sestese. Che ha i suoi pezzi forti nella disponibilità dell’area a costo zero e nei mezzi di trasporto pubblico. Infatti appena la Regione ha annunciato che la vecchia opzione di portare tutto a Vialba era saltata, Oldrini si è precipitato a mettere a disposizione di Formigoni una fetta della area Falck, quella dove sorgerà il gigantesco quartiere progettato dalla cordata di Davide Bizzi. Una parte dei terreni, centotrentamila metri quadri, nell’accordo deve tornare nelle mani del Comune, e c’era progettato un parco con una collinetta. Con pragmatismo tutto sestese, Oldrini ha detto: al diavolo il verde e la collinetta, se la Regione vuole mettere qua la Città della salute l’area è sua. Leggermente più piccola della Perrucchetti, ma attaccata alla stazione ferroviaria e metropolitana ridisegnata da Renzo Piano che sarà l’aggancio con la mobilità su ferro di tutta l’area.
Giuliano Pisapia e Giorgio Oldrini, quando si sono ritrovati in rotta di collisione sull’affare «Città della salute» hanno fatto un patto: ognuno tiri l’acqua al suo mulino, ma senza parlar male dell’avversario. Così è stato. Ma il lavoro sotterraneo per convincere Roberto Formigoni è stato intenso da entrambi i fronti, a dispetto degli steccati politici.


Al tutto, da spettatore assai interessato, ha assistito Davide Bizzi, il patron della cordata Falck: «É ovvio - dice Bizzi - che una struttura di eccellenza come questa aiuterebbe lo sviluppo di tutto il progetto. Ma la verità è che l’area di Sesto è perfettamente idonea a ospitare la Città della salute. E dobbiamo smetterla di pensare che la Grande Milano si fermi ai confini comunali».

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