Cronaca locale

Il Comitato dei Navigli: "Qui non si vive più, vogliamo nuovi orari"

Valassina: "Il Comune estenda l'ordinanza di corso Garibaldi anche alle altre zone"

Il Comitato dei Navigli: "Qui non si vive più, vogliamo nuovi orari"

Estendere l'ordinanza di corso Garibaldi a tutte le zone del divertimento notturno. Questa potrebbe essere una prima soluzione per mettere un argine agli effetti collaterali della movida, che a Milano si sta facendo sempre più selvaggia e aggressiva. L'attacco ai carabinieri alle Colonne, intervenuti per prendere due scippatori e aggrediti da due pitbull aizzatogli contro, la rissa sul tram 3 sabato sera tra giovani con tanto di lattine di birra in mano che si picchiano furiosamente a bordo della vettura. «Un sabato sera bestiale sul tram 3 - Zona bianca, liberi tutti di sfogarsi tra un sorso di birra e sfoghi reconditi per qualsivoglia motivo» scrivo Tranvieri di Milano sulla loro pagina facebook a commento del video.

Prima ancora a maggio, in Duomo una cinquantina di ragazzi si erano scontrati a colpi di bottiglie e cazzotti per finire con il lancio di sedie alla Loggia dei Mercanti. Da un lato il fenomeno crescente delle risse e incursioni vandaliche organizzate tra adolescenti ubriachi sui social, dall'altra una movida sempre più molesta anche per i fiumi di alcol portato da casa o in alcuni casi, somministrati in violazione delle regole per i dehors su suolo pubblico (articolo 14 bis della legge 125/2001 che stabilisce il divieto alla vendita e somministrazione di alcolici nei dehor su suolo pubblico dalle 24 alle 7), come ricordano i comitati.

L'ordinanza firmata dal sindaco Beppe Sala, a seguito di una sentenza del Tar, fissa alle 22 il divieto di asporto di cibo e bevande nel tratto di corso Garibaldi, compreso tra via Moscova e via Marsala e in largo La Foppa e il divieto di usare gli spazi esterni, per qualunque tipo di attività, dalla mezzanotte alle sei, tutti i giorni della settimana. Questa l'ordinanza che i comitati, a partire da quello dei Navigli, vedono come «soluzione per mettere un freno al degrado e al delirio che si vive la notte nei quartieri della movida» sostiene Gabriella Valassina presidente del Comitato dei Navigli.

Comitato che sabato 4 giugno ha effettuato l'ennesimo sopralluogo tra via Vigevano, via Corsico, Alzaia Naviglio Grande, ripa di Porta Ticinese e Alzaia Naviglio Pavese documentato da foto e misurazioni dei decibel. I problemi principali: «l'occupazione di suolo pubblico da parte di tavolini e plateatico viola in molti casi le normative che riguardano le distanze prescritte per i pedoni sia per il passaggio dei mezzi di soccorso. Da molti locali - si legge nel documento - fuoriesce musica ad alto volume, ciò aggrava la situazione d'inquinamento acustico antropico determinato dall'alta frequentazione delle strette vie. (L'inquinamento acustico rilevato supera in ogni punto i 70 Db)». Obiettivo: attirare l'attenzione dell'amministrazione sul mancato rispetto delle normative di sicurezza e della di tutela della salute pubblica per quanto riguarda l'inquinamento acustico.

In Procura è depositata anche una denuncia contro il sindaco firmata da tutti i comitati dei quartieri della movida ovvero l'Associazione Proarco Sempione, Comitato dei Navigli, Comitato Lazzaretto, Comitato Sant'Agostino, Comitato via Melzo e via Lambro e Comitato Archinto «per chiedere la tutela della qualità della vita sotto il profilo dell'inquinamento acustico, atmosferico, della salute, della viabilità e della vivibilità di chi abita in questi quartieri». Tali zone - si legge nella denuncia - sono «interessate da diversi anni da fenomeni di autentico degrado, a causa dell'assembramento nelle ore serali e notturne dei numerosi avventori dei locali. Tale fenomeno comporta gravi rischi per l'incolumità e la salute dei residenti, oltre che un intollerabile pregiudizio per il loro diritto alla quiete e al riposo». Nel mirino in particolare l'inquinamento acustico, la sosta selvaggia che impedisce l'accesso alle abitazioni e ai posti riservati ai disabili, l'insudiciamento e l'imbrattamento dei marciapiedi e delle strade, atti di vandalismo compiuti da avventori in stato di ebbrezza, la criminalità, il mancato rispetto dei divieti per la somministrazione.

Fenomeni, in particolare i vandalismi, risse e micro criminalità che nulla hanno a che vedere con la movida per Carlo Squeri, segretario generale di Epam, l'associazione dei pubblici esercizi di ConfCommercio. «Persone che consumano un aperitivo o una pizza ai tavolini niente hanno a che vedere con le risse e i vandalismi, anzi i locali sono i primi a esserne danneggiati - chiarisce -. Per quanto riguarda l'ordinanza di corso Garibaldi, è profondamente iniqua - continua Squeri - tanto che stiamo pensando di impugnarla. Nasce in seguito alla sentenza del Tar, che accusava il Comune, e non il singolo locale, per disturbo della quiete pubblica. Noi capiamo la complessità nella gestione di un fenomeno complesso come può essere la vita notturna della città, ma si è creata una distorsione folle nei confronti dei locali».

Sulla questione è aperto un tavolo in Prefettura e i gestori dei locali si dichiarano disponibili «ad affrontare il problema per contenere i disagi per i residenti, ma ciò non ha nulla a che fare con l'ordine pubblico».

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