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«Il Comune non calpesti i bimbi e salvi il Cam»

Il Cam di via Pasubio 22 compie quarant'anni. Era il 1975 quando il Tribunale dei Minori di Milano creò il Centro d'assistenza minori, il cui immobile oggi appartiene alla Città metropolitana. «Dobbiamo assolutamente portare avanti la sua tradizione. Eliminarlo sarebbe una sconfitta per la città. Vorrei invitare i responsabili del Cam in audizione alla Camera, perché questa eccellenza continui a vivere per il bene di tutti i bambini italiani» ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione bicamerale infanzia, in visita ieri nelle quattro casette che compongono il centro. Edifici che non sono fatti solo di mattoni, ma di giorni di bimbi dagli zero ai sei anni, che hanno trovato una famiglia, quando la madre e il padre naturali non erano in grado d'essere genitori di una vita.

Vicende di abbandoni, violenza, cocenti dolori medicati in questo luogo «che non deve chiudere, anzi, ci vogliono più bambini e porterò avanti la battaglia in consiglio comunale» ribadisce Gianluca Comazzi, consigliere comunale di Forza Italia. Si deve scongiurare che dentro la storia del Cam intervenga il fattore «B», ovvero la burocrazia, perché con la nuova legge Delrio non è previsto che la città metropolitana gestisca i servizi alla persona. Quest'ultima, quindi, era pronta a cedere all'amministrazione comunale l'immobile a condizione che il comune gestisse il Cam, ma la risposta è stata negativa a causa della mancanza di denaro nelle casse pubbliche milanesi.

Attualmente il centro ospita diciannove bambini provenienti da varie città, mandati da tribunali minorili; la retta di ognuno di loro è pagata dal comune in cui i piccoli sono nati, ma è una retta non sufficiente a coprire le spese. Considerato ciò, la città metropolitana vorrebbe dislocare in altri enti il personale del Cam e così anche i bambini, che verrebero divisi. Il sopralluogo di ieri serve a evitare lo smembramento. E'stata avanzata l'ipotesi che il comune di Milano, la città metropolitana e i rappresentanti dei lavoratori si riuniscano ma l'incontro non è avvenuto.

Fino a ora il centro minorile è riuscito a dare un porto stabile a vite nate in alto mare, ma alterchi di carattere burocratico paiono decretare il fatto che questi cuccioli ritornino a conoscere la freddezza di una vita senza attenzione, perché le logiche d'ufficio contano di più di una sana politica infantile.

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