Il Comune di Milano guidato dal Giuliano Pisapia calpesta i diritti dei suoi lavoratori. «Li usa e li getta senza alcun rispetto». Non paga compensi pattuiti e dovuti. Vittime del presunto comportamento antisindacale alcuni agenti della polizia locale. Sono tre i fronti aperti tra i ghisa e l'amministrazione, che ora dovrà rispondere in tribunale. Il Sulpm, il Sindacato unitario lavoratori polizia municipale, ha dato mandato all'avvocato Daniela Basilico «di valutare le singole posizioni dei lavoratori iscritti, in primis, relativamente al provvedimento di risoluzione dal rapporto di lavoro adottato dal Comune di Milano. Nonché di procedere giudizialmente nei confronti dell'amministrazione per l'accertamento giudiziale dei diritti lesi dei dipendenti». «Nonostante i tentativi fatti per arrivare a ottenere quanto promesso e formalizzato dall'amministrazione ai dipendenti - spiega il segretario Daniele Vincini - ci vediamo costretti a usare le vie legali. I patti si rispettano».
Tra il marzo e il maggio dell'anno 2013 alcuni agenti hanno ricevuto l'incarico di insegnare al 58esimo corso di formazione obbligatorio per i neoassunti. Con «la cattedra» era stato pattuito un compenso. Trenta euro lordi l'ora contro i 90 stabiliti dalla Regione. Bene, alla chiusura del corso nessun ghisa è stato pagato. Stesso copione a settembre. Due settimane fa il sindacato ha sollecitato il Comune a versare i compensi dovuti, senza alcun risultato.
La seconda vertenza riguarda l'accertamento dell'illegittimità della decurtazione delle ore di viaggio per gli agenti in trasferta impegnati in attività d'indagine di polizia giudiziaria. Capita infatti che la Procura della Repubblica incarichi i vigili di svolgere indagini ausiliarie, con i mezzi in dotazione del corpo. E può capitare che le indagini li portino fuori città. Se l'attività investigativa occupa l'agente nell'orario coperto dal turno, questi percepirà solo l'indennità di trasferta, se invece sfora, allora gli è dovuto il pagamento degli straordinari oltre all'indennità. La trasferta è sempre stata riconosciuta ai vigili. Bene, ora il Comune ha deciso di non riconoscerla nonostante sia prevista dal contratto collettivo e non sia subentrata nessuna nuova norma che lo modifica. «Delle due l'una - spiega l'avvocato Basilico -. O prima è stata corrisposta una somma indebitamente oppure adesso non viene indebitamente corrisposta creando di fatto un danno economico».
La terza spinosa questione riguarda il pensionamento di 82 dipendenti comunali, di esperienza e professionalità, di cui 24 agenti. La macchina burocratica si è mossa in maniera meccanica, contando cioè i 40 anni di contributi senza tenere conto dell'età anagrafica. In barba alla riforma Fornero, tra l'altro, che innalza l'età pensionabile da 65 a 67 anni. Alcuni agenti mandati a casa hanno tra i 56 e i 58 anni.
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