Dovevano essere cancellate dalla cartina istituzionale. Poi no, non se ne è fatto più nulla. Le Province sono rimaste. Ma si sono portare dietro una serie di problemi e di tagli economici consistente, comprese «zone d'ombra» tutt'ora difficili da gestire.
Un esempio? Il trasporto degli studenti disabili a scuola. Si tratta di una popolazione di 6mila ragazzi che hanno seriamente rischiato di rimanere a piedi, come già successo in Provincia di Ragusa, dove il servizio degli scuolabus è stato sospeso per mancanza di soldi. In Lombardia invece, a sopperire al buco economico delle province lombarde è intervenuta la Regione Lombardia che messo di tasca propria 10 milioni di euro. In questo modo il servizio non è stato sospeso e nessuno è stato dimenticato a casa. «Siamo la prima regione a compiere un intervento del genere - sostiene il presidente del Pirellone Roberto Maroni - Abbiamo firmato il protocollo per risolvere un problema che si trascinava da tempo: a chi tocca sostenere le spese per il trasporto delle persone con disabilità nelle strutture scolastiche. Un tema che è stato oggetto di confronto in questi mesi, anche con ricorsi in sedi giurisdizionali. Noi abbiamo deciso di agire perché l'interpretazione delle leggi non portasse a un danno per le persone più deboli».
In Regione sono riusciti a trovare i soldi ma, precisa lo stesso Maroni, senza togliere risorse ad altri servizi.
Ovviamente la soluzione è un «tampone» per questo anno scolastico. Per il 2014-2015 bisognerà trovare risorse e soluzioni di altro tipo. Le province tirano un sospiro di sollievo. Per ora. «Ancora una volta - commenta Massimo Sertori, presidente dell'Unione delle province lombarde - il modello lombardo è vincente. La misura straordinaria ha posto rimedio al danno creato dall'ottusità del Governo che, dopo aver messo in campo una campagna demagogica e di demonizzazione di tutte le province, senza alcuna distinzione tra quelle virtuose e quelle sprecone, ne ha tagliato indistintamente le risorse penalizzando in tal modo i cittadini. Si tratta di tagli irresponsabili, non ai cittadini ma ai servizi essenziali finora erogati».
Ben consapevoli di essersi mosso in un campo non regionale è l'assessore lombardo al Bilancio Massimo Garavaglia: «C'era un problema enorme, generato dalle ultime modifiche normative sulle Province, e, pur trattandosi di un problema creato da altri, non potevamo certo lasciarlo irrisolto».
«Si tratta di una soluzione una tantum - aggiunge l'assessore alla Formazione Valentina Aprea - in attesa che in quadro normativo si faccia più chiaro».
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