Sorpreso, sereno, intenzionato a rispondere «puntualmente» ai magistrati. Attilio Fontana reagisce. Lo fa nel giorno più difficile del suo mandato da governatore - iniziato poco più di un anno fa - e della sua intera carriera di politico e amministratore, lunga ormai 25 anni.
Il giorno dopo il terremoto giudiziario che ha investito la Lombardia, il presidente della Regione si è visto notificare, intorno alle 13 e 45, l'avviso a comparire e una informazione di garanzia relativa a una nomina nel «Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti». «Ho preso atto dell'invito a comparire - ha detto il presidente - Mi rasserena il fatto che non sia stata accertata alcuna violazione della procedura di nomina che è all'attenzione dei magistrati milanesi. Mi rasserena altresì - aggiunge - il fatto che tale contestazione nulla ha a che vedere con fenomeni di corruzione».
E in effetti, dall'entourage del governatore, trapela sorpresa per il fatto che, «mediaticamente», il caso che riguarda il presidente sia stata associata a quella che riguarda altri politici e imprenditori, una vicenda che al Pirellone viene considerato molto diverso e molto distante.
«Per quanto concerne la vicenda della nomina di Luca Marsico - precisa Fontana - ribadisco che si è trattato come sempre di una procedura caratterizzata da trasparenza e da assoluta tracciabilità. Quanto poi all'imparzialità, è stato garantito l'assoluto interesse della Pubblica Amministrazione nella scelta di un professionista dotato delle capacità e competenze richieste per quel ruolo. Risponderò quindi puntualmente e serenamente alle domande che i Pm riterranno rivolgermi».
Come già in Aula martedì, ieri Fontana con la sua nota scritta ha ribadito di essersi ispirato, «per tutta la vita», «ai principi di trasparenza e di onestà nell'assoluto rispetto della legge». «Anche in questo mio primo anno da governatore - ha rivendicato - trasparenza e contrasto alla corruzione sono state le mie priorità. Chiunque sia in buonafede lo può confermare al di là delle diverse posizioni politiche».
Il governatore quindi, ha voluto reagire e allontanare - a testa alta - ogni ombra sul suo operato. Probabilmente anche per dare un segnale politico a tutti. E non ha rinunciato a sottolineare «un particolare impegno di alcuni media nel trascinare il mio nome nel fango», parlando addirittura di «velinari che in queste ore alimentano e gonfiano ogni fake news».
Reagisce Fontana e reagisce il suo partito, la Lega, confermandogli fiducia nel modo più convinto possibile. «Se dovessi indicare le persone oneste che ho incontrato nella mia attività politica, tra i primi c'è sicuramente Fontana - ha detto l'assessore Claudia Terzi - Si chiarirà tutto». Ma dal «capitano» Matteo Salvini in giù, praticamente tutti i leghisti hanno manifestato vicinanza e stima al governatore, nel frattempo chiamato in causa - sul piano politico - dai 5 Stelle, ma anche dal Pd. Il democratico Fabio Pizzul aveva accusato il governatore di «non essere riuscito a tenere lontano dalla Regione un sottobosco politico che pensavamo dovesse essere legato», mentre il capogruppo leghista Roberto Anelli gli ha replicato «che i fatti più significativi dell'inchiesta della Procura hanno a che fare con il Comune e non certo con Regione Lombardia». I 5 Stelle gli hanno rimproverato la mancata revoca del sottosegretario, Fabio Altitonante, che si trova agli arresti domiciliari. «La sospensione - ha detto il neo capogruppo Marco Fumagalli - Non è nemmeno il minimo sindacale».
Ma il consigliere regionale di «Più Europa», il radicale Michele Usuelli, commentando la richiesta di urgente costituzione dell'Orac (il nuovo e previsto Organismo regionale Anticorruzione) ha fatto notare che per lui «i 5 stelle sono schizofrenici, sollecitano una procedura che loro stessi hanno bloccato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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