Coronavirus

Covid, un incubo che ritorna. E scatta il coprifuoco alle 23

Un lungo vertice tra i sindaci e il governatore Fontana. "Chiediamo lo stop di spostamenti e attività fino alle 5"

Covid, un incubo che ritorna. E scatta il coprifuoco alle 23

La curva dei contagi sembra essere impazzita. La situazione fuori controllo tanto che la stessa Ats, tramite il suo direttore sanitario, ha dichiarato che non è più possibile tracciare i contagi: in attesa della chiamata per poter fare il tampone, nel caso in cui sia stati a contatto stretto con un positivo, l'indicazione è rimanere a casa. La Lombardia, che registra il record di nuovi casi, ripiomba nell'incubo dello scorso febbraio, con la spada di Damocle del lock down, e chiede al governo di mettere il coprifuoco alle 23 alle 5 su tutto il territorio regionale.

Sono 1.687 i nuovi contagi da coronavirus registrati (di cui 111 «debolmente positivi» e 12 a seguito di test sierologico): nelle ultime 24 ore si sono registrati 6 decessi, facendo così salire a 17.084 il totale dei morti. In aumento di tre unità la terapia intensiva, con 113 ricoveri, mentre i ricoverati negli altri reparti sono 1.136 (71). Salgono a 814 i nuovi positivi nel Milanese, quasi la metà di tutta la Regione, che si conferma la provincia con più casi, di cui 436 in città, più dell'intera Liguria. Quanto alle altre province, a Bergamo si registrano 23 casi, a Brescia 39, a Como 31, a Cremona 50, a Lecco 36, a Lodi 48, a Mantova 13, a Pavia 70 e a Sondrio 17. Salgono invece a 265 i nuovi casi nella provincia di Monza e Brianza, mentre a Varese sono 206.

Dal vertice che si è tenuto ieri pomeriggio a Palazzo Lombardia con tutti i sindaci dei capoluogo di provincia, alcuni assessori, tra cui il titolare alla Sanità Giulio Gallera, il collega all'Ambiente Raffaele Cattaneo e al Bilancio Davide Caparini con i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana, è uscita la richiesta di «stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi eccezionali (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell'intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì». La proposta che, all'unanimità, i sindaci di tutti i Comuni con il presidente dell'Anci, Mauro Guerra, preso atto di quanto rappresentato dal Comitato tecnico scientifico lombardo sottopongono al governo, nella persona del ministro della Salute, Roberto Speranza. Una proposta che nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della Commissione indicatori istituita dalla direzione generale del Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4mila in terapia non intensiva.

E dall'impossibilità per i primi cittadini di fornire, come richiesto dal premier Giuseppe Conte, gli elenchi delle vie e delle piazze fonte di assembramento, vengono le proteste: assurdo rincorrere la movida nelle città, oltre al fatto che i divieti per la vendita e il consumo di alcolici dopo le 18 sono sanciti dal Dpcm. Ecco allora la soluzione più radicale: il coprifuoco in tutto il territorio regionale.

Condivisa anche l'opportunità di chiudere, sabato e domenica, i centri commerciali, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità.

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