Antonio RuzzoConsiderando che a Milano e provincia dopo quattro anni di flessione tornano a salire le immatricolazioni di auto che lo scorso anno sono state quasi 40mila contro le 35mila e 700 del 2014 con un incremento del 9 per cento, la domanda nasce spontanea: qual è l'eredità che Pisapia lascia a chi prenderà il suo posto a Palazzo Marino? L'eredità, tanto per cominciare, è una città cambiata in questi cinque anni. Una città che ha dichiarato guerra a traffico automobilistico privato e che ha puntato tutto su una mobilità alternativa. Meno parcheggi e più piste ciclabili, più area C, più divieti, più di tutto per scoraggiare l'uso delle quattro ruote. Fino ai blocchi del traffico durante le emergenze smog anche se, in quel caso, l'alternativa di cui si parlava prima spesso non c'è stata, perchè può anche essere giusto obbligare i milanesi a non accendere i motori se in città non si respira più, però allo stesso tempo il Comune dovrebbe essere capace di garantire un potenziamento delle rete pubblica di mezzi. E non è successo. Ma l'eredità è soprattutto una scelta, quella di far guerra al traffico privato. Scelta coerente e oggettivamente dichiarata da Giuliano Pisapia in campagna elettorale. E infatti in questo senso è stato di parola. Ora il sibndaco passa la mano. Passa il testimone non prima però di aver firmato un altro atto che darà quasi il colpo di grazia alla scelta di muoversi in auto in città. Perchè 55 auto ogni cento milanesi sono ancora troppe e bisogna trovare il modo di ridurle o, quantomeno, bisogna scoraggiare chi ha intenzione di usarle. Tra qualche mese dovrebbe infatti essere approvato il Pums, che sembra una parolaccia in realtà è il piano della mobilità sostenibile. E sarà un ulteriore giro di vite nei confronti degli automobilisti. Si moltiplicheranno in città le area pedonali e quelle a 30 orari, si moltiplicheranno i 182 km di piste ciclabili e (si spera) si finiranno tutte quelle che ora finiscono nel vuoto, si potenzierà ancora il servizio di bike sharing e di car sharing ed è prevista anche una nuova regolazione dei semafori che favorisca nei tempi di attesa e di passaggio i bus e i mezzi tranviari. Non solo. Tra i progetti che a Palazzo Marino piacerebbe mettere a punto c'è anche quello che permetterebbe al Comune di partecipare al bando del governo per gli incentivi green sulla mobilità sostenibile che prevede un rimborso in denaro ai lavoratori che decidono di non usare l'auto e di andare in ufficio in bicicletta. Auto alle corde insomma. Auto che dal prossimo anno, quando scadranno deroghe ed esenzioni, vedranno l'area C estesa anche ai motori ibridi e bifuel. Così pagheranno tutti, ad eccezione di chi guida una vettura elettrica al 100%. Una «caccia alle streghe», come la chiama il direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini,che parte da Milano ma che ormai è una crociata di molti comuni italiani. «Quando si tratta di affrontare il problema smog- scrive nel suo ultimo editoriale- si adottano misure come blocchi e targhe alterne che è provato che non servono a nulla. Se si vuole davvero affrontare il problema dell'inquinamento di deve investire nel ricambio del parco circolante che è tra i più vecchi d'Europa, nell'integrazione tra trasporto pubblico e privato e nella creazione di una network di stazioni di ricarica elettrica». Mobilità elettrica che ormai è il futuro prossimo, anzi presente, ma che vede il nostro Paese, Milano compresa, in forte ritardo. «Mobilità sostenibile di cui tutti parlano ma per cui non si fa molto- spiega Fabrizio de Pasquale, consigliere comunale di Forza Italia- E la storia che Milano sia studiata da tutto il mondo per la sua mobilità sembra più una barzelletta. Basta guardare cosa è stato fatto per diffondere l'uso delle auto elettriche, che, questo è sicuro, non producono polveri sottili. Per diffondere l'uso di questi mezzi non inquinanti servono colonnine di ricarica e agevolazioni per l'acquisto e le poche colonnine di ricarica esistenti in città le mise A2A ai tempi della Moratti. Le 13 isole sostenibili dove noleggiare quadricicli non funzionano. In Via Tortona addirittura per fare una pista ciclabile hanno dovuto eliminarne 2 colonnine...».
«E' ben strano- conclude il consigliere azzurro- che in 5 anni il Comune abbia speso con Pisapia e Maran almeno 30 milioni in piste ciclabili e incassato più di 100 milioni di Area C e più di 800 milioni di multe facendo poco o nulla per diffondere i veicoli elettrici»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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