Ci sono l'area di Porto di Mare e il Rubattino, il quadrilatero compreso tra via Mecenate, via dei Pestagalli e via Bonfadini, ma c'è anche l'ex Macello e le palazzine di viale Molise 68 occupate da Macao, così la torre Galfa, il «primo amore» del collettivo di artisti. E ancora in Ripa di Porta Ticinese, l'ex sede del Lab Zero il centro sociale sgomberato ora oggetto di bando per la trasformazione in ostello, e il centralissimo angolo tra via san Maurilio e via zecca vecchia. Così compare l'ex cinema Maestoso di corso Lodi, completamente abbandonato e l'ex cinema Luce di corso XXII marzo, inserito nell'ambito di piazza Santa Maria del Suffragio, che con il mercato costituiscono «tasselli degradati di un tessuto compatto di grande varietà morfologica e funzionale». Ancora la caserma in dismissione del Rubattino e il quartiere di edilizia residenziale di via Mazzini in zona Corvetto. Sono solo alcuni dei luoghi estrapolati dalla mappa del degrado che il comune di Milano ha consegnato alla Scuola di architettura del Politecnico per l'avvio del progetto «Ri - formare Milano».
A ben guardare la mappa stilata dall'assessorato all'Urbanistica di Palazzo Marino è parziale perché si concentra in particolare sulla porzione est della città. Manca un focus sull'altra (ma identica) faccia della medaglia, ovvero l'ovest, altrettanto ricco di casi eclatanti di palazzi e torri abbandonati e di fette di città degradate. «Aree ed edifici sono stati segnalati dall'assessorato e rappresentanto una parte degli edifici recentemente censiti perchè versano in condizioni di degrado - si legge nel comunicato -. Sono quindi rappresentativi dei fenomeni di dismissione, sotto utilizzo, abbandono di edifici e aree, sia di proprietà pubblica che privata, di diversa dimensione, tipologia, fenomeni che interessano il tessuto urbano milanese con un forte impatto negativo sulla qualità degli ambiti urbani in cui sono collocati». Certo, dalla cartina mancano i casi recentemente sollevati da Il Giornale, perché di natura diversa: il degrado immenso della Stazione Centrale, nonostante il recente restyling, la tendopoli ai giardini di Palestro, i pensionati «a caccia» tra gli scarti dei mercati, la milanese costretta a mendicare in via Inganni. Ma tant'è.
La mappa ci parla di diverse tipologie di degrado legate a diverse problematiche. Se nell'area di Porto di Mare, un tempo destinata alla Cittadella della giustizia, ora oggetto di un concorso di progettazione Europan, presenta «le problematiche tipiche degli spazi aperti abbandonati», la caserma in dismissione del Rubattino, invece, «è stata selezionata in quanto occasione straordinaria per localizzazione, dimensione, morfologia per introdurre nuovi mix funzionali e nuove relazioni tra tessuti al posto di enclave chiuse e impermeabili al contesto - spiega la coordinatrice del progetto, la docente di Urbanistica Corinna Morandi -.
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