Cronaca locale

Il design come seduzione: a Colé Italia il premio Giovani Imprese 2020 di Altagamma

Riconoscimento al brand milanese creato nel 2011 da Matteo De Ponti e Laura Macagno che produce mobili, oggetti e complementi di altissima qualità ridisegnando il modo di vivere la casa

Il design come seduzione: a Colé Italia il premio Giovani Imprese 2020 di Altagamma

Design e arredamento sempre in “movimento” fra creatività e saper fare sono il “passaporto nel mondo” del made in Italy soprattutto quando si basano su idee innovative e su una riflessione sui mobili della memoria e di un gusto colto per la contaminazione di segni, materiali e culture come nel caso del brand milanese Colé Italia, che produce mobili, oggetti e complementi di altissima qualità, fresco vincitore del Premio Giovani Imprese – Believing in the Future di Altagamma, la Fondazione che riunisce le aziende dell’alta industria culturale e creativa italiana, autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo.

La visione strategica incentrata su qualità e ricerca ha infatti portato l’azienda fondata nel 2011 da Matteo De Ponti, con alle spalle una precedente esperienza strategica nell’azienda di famiglia Driade e Laura Macagno a “distinguersi sulla scena italiana e internazionale per la sua capacità di coniugare le più alte performance estetiche e produttive, dando vita a una collezione di mobili, oggetti e complementi che seducono perché nascono dal confronto con la tradizione, si definiscono nella relazione con le avanguardie artistiche e arrivano a dare forma a case con un’anima”.

“La giuria del Premio Giovani Imprese ha fatto un lavoro molto analitico in un momento complesso come questo 2020 e non sorprende che le caratteristiche comuni alle Imprese vincitrici riflettano le tendenze e i valori distintivi dell’industria culturale e creativa di alta gamma - sottolinea Stefania Lazzaroni, direttore generale della Fondazione -. Sostenibilità, legame con il territorio e una ricerca innovativa nello stile e nei materiali sono elementi costitutivi del Dna di queste giovani aziende che – proprio in virtù di questo – ben rappresentano il nuovo umanesimo italiano”.

“Conosciamo Altagamma da tanti anni il grande lavoro di promozione e di supporto al made in Italy che la Fondazione svolge nel mondo - commentano Matteo De Ponti e Laura Macagno -. Fare parte di questa comunità ci lusinga e ci apre la visione su nuove prospettive. Crediamo fermamente nel Made in Italy e nella qualità del nostro lavoro. Questo riconoscimento ci conferma che siamo sulla strada giusta e ci ripaga per la fatica che, come tante piccole realtà di nicchia, stiamo facendo per emergere in uno scenario altamente competitivo”.

“Il mio pensiero va soprattutto al mio mentore Enrico Astori, titolare di Driade, l’azienda fondata dalla mia famiglia, mancato proprio quest’anno: in tanti anni di attività insieme mi ha insegnato a inseguire e a perseguire i sogni - aggiunge De Ponti -. Oggi più che mai bisogna credere nell’Italia e in un futuro per le nuove generazioni; perché i nostri figli non abbiano tutti voglia di scappare dal Paese più bello del mondo e trovare altrove ciò che potrebbero avere qui, se solo tutto funzionasse come dovrebbe”.

Le collezioni di Colé Italia sono state subito accolte con grande interesse da parte della critica e della stampa internazionali che hanno portato a ottenere anche il premio Le Palmarès de l’ArchiDesignClub by Muuz, perché sono il frutto di una visione originale. “Pezzi ispirati alla tradizione: tavoli, sedie, poltrone capaci di generare un immediato riconoscimento cognitivo perché ispirati agli oggetti che ognuno di noi ha sempre avuto in casa. E ci siamo divertiti a reinventarli guardando all’arte, alla moda, al viaggio, con senso dell’ironia e quel particolare gusto del colore, inteso come frequenza che interagisce con la forma, che era tipico delle avanguardie degli anni Venti e Trenta", racconta ancora Matteo De Ponti.

“Una ricerca di modi di vivere la casa - aggiunge Laura Macagno -. All’atto di immaginare le nostre collezioni abbiamo individuato nei grandi scrittori come Margherite Duras, Ernest Hemingway o Bruce Chatwin - che fondamentalmente lavoravano nelle loro abitazioni - le persone che meglio hanno saputo esprimere quello che per noi è il senso della casa. Quindi il principio è stato partire da interni che avessero un'anima e quando sono realmente vissuti non seguono regole, schemi e mode, ma sono parte delle persone che li abitano".

Un ruolo chiave, nella storia del brand, spetta alla relazione con i designer, “giovani ma con un loro percorso”, scelti con grande coraggio e gusto della scoperta che ha portato ad avvicinare un pubblico amante della cultura, curioso e anticonformista, “persone che hanno un giudizio critico, non hanno paura e ci cercano non perché siamo affermati, ma perché siamo nuovi”.

E ancora esperimento di Gallery con vetrine condivise tra brand emergenti a diversi pop up store pensati per “entrare in contatto con le varie parti della città di Milano”, sempre affiancati ad un’attività di vendita che si svolge prevalentemente on line e attraverso grandi contract in tutto il mondo.

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