«Dicono che ho l'X Factor? È solo il virus della politica»

Il consigliere di zona milanese tra i volti nuovi scelti da Forza Italia per la tv «Rottamare? Mia prima elettrice è la nonna, preoccupata dei centri sociali»

«Quando vado in tv mia nonna si preoccupa che mi esponga troppo». La nonna dovrà rassegnarsi perché Marco Bestetti - consigliere di zona 7 - è fra i (pochi) volti nuovi che dovranno rappresentare Forza Italia. Con la forza della normalità. Si presenta bene, infatti, ma all'immagine accompagna la sostanza. È ragionevole senza il culto del moderatismo, dice le cose come stanno ma non ama troppo le urla. Padre bancario e madre casalinga, laureato in Cattolica, 27 anni, Bestetti è l'enfant prodige azzurro. Chi volesse capire identità e futuro di Forza Italia, potrebbe farsene un'idea parlando con lui.

Allora, Bestetti, lei buca il video?

«C'è una grande voglia di rinnovamento. Il presidente Berlusconi ha saputo ascoltarlo e darà un'occasione a militanti ed eletti che si sono sempre impegnati».

Come è nata la passione politica?

«È una malattia dalla nascita, non l'ho presa in famiglia. Alle medie, ho una dedica che lo testimonia, i miei compagni scrivevano di me e Forza Italia».

Lei è nato con Forza Italia praticamente.

«È il mio partito del cuore, come il Milan, ma le bandiere contano meno dei contenuti e dei principi».

Lei è credente?

«Un credente del 2015. Alcuni valori, come la tutela della vita, non li baratterei mai. Ma ai diritti civili per i gay, salvo matrimonio e adozioni, non sono contrario».

Cosa significa rinnovamento?

«Assumersi delle responsabilità, rispettando chi ha esperienza. Non rottamazione».

E se dovesse citare tre priorità?

«Meno tasse, meno tasse, meno tasse. Lavoro flessibile. Infrastrutture».

Renzi non dice cose molto diverse...

«Quando lo ascolto fatico a dissentire ma il film che annuncia non va mai in onda».

Ha incontrato Berlusconi?

«Insieme agli altri ragazzi. Conoscendolo un po', credo che intenda premiare chi ha dimostrato di meritare. Non so se valga per me. È un suo obiettivo e credo che lo stia portando avanti con la giusta prudenza».

Ma questa novità in tv riguarderà Milano?

«Tutta Italia, non il voto a Milano. Per le comunali io sono a disposizione e credo che sarò candidato, vedremo se per il Comune o la Zona».

Altri giovani del centrodestra hanno preso altre strade...

«Berlusconi ebbe la storica intuizione del Pdl e fu premiato a suon di voti. Per le ambizioni personali di qualcuno quel progetto è stato frantumato. Ma nell'ottica milanese, serve una riaggregazione».

Crede nelle primarie?

«Solo come extrema ratio, se l'alternativa fosse la spaccatura del centrodestra. Ma le primarie non mi piacciono».

Lei parla spesso dei migranti. Subisce il fascino di Matteo Salvini?

«È Salvini che ha aderito alle nostre posizioni. Pensiamo al blocco degli sbarchi attuato col governo Berlusconi. Salvini non lo vedo come aggregatore del centrodestra. Come sindaco di Milano è un nome spendibile».

Il suo preferito?

«Paolo Del Debbio è amato, ha esperienza, non è troppo di partito».

E un avversario che stima?

«Sicuramente non gli assessori Maran né Majorino».

E Giuliano Pisapia?

«Vorrei prenotare per lui una vacanza alla Ignazio Marino».

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