Assessore Paola Bulbarelli, i sindaci hanno paura che con la crisi di Aler li lascerete soli.
«Ho già incontrato l'assessore di Bollate e dico a tutti quello che ho detto a lui: stiamo facendo una mappatura dei progetti e dei Contratti di quartiere».
Col buco Aler i soldi per i Comuni non ci sono.
«I sindaci sanno che questa crisi mette in ginocchio famiglie, Comuni, Regioni e anche l'Aler. Non è più tempo di fare passi più lunghi della gamba».
I cittadini chiedono le case ai sindaci ed è ovvio che loro adesso siano preoccupati.
«Faremo tutto il possibile. Ma sappiano che questa legge di Stabilità toglie alla Regione 350 milioni».
Quello della casa sta diventando un dramma.
«Ora dobbiamo dare risposte anche a chi ha un reddito troppo alto per le case popolari, ma non abbastanza per risolvere il problema da solo. Adesso a chiederci aiuto è gente con la giacca e la cravatta».
La risposta può venire dall'housing sociale.
«In Italia ci sono 120mila alloggi invenduti, 70mila solo in Lombardia. Prendendoli si risolverebbero i problemi delle imprese e di chi cerca casa».
Il punto e sempre quello, servono i soldi.
«Penso che se si riesce a mettere più soggetti intorno a un tavolo, poi i soldi si trovano».
Serve una riforma Aler.
«Il 26 arriverà in consiglio. Ma io dico che cambiare la governance non risolve il problema della sostenibilità della politica abitativa che è welfare».
Taglierete le poltrone?
«Mettiamo la politica abitativa in condizione di auto sostenersi. Con una fonte stabile di finanziamento che ora non c'è».
Quale?
«La stiamo cercando».
C'è la grana dell'Imu.
«Non è accettabile che il governo non abbia tolto l'Imu alle case popolari. Le Aler si sostengono con gli affitti: tra morosità e tasse non ce la fanno».
Di che cifre parliamo?
«Per la Lombardia 27 milioni di euro, di cui 13,3 solo a Milano. L'Imu ucciderà l'Aler».
Non le piace l'unica Aler?
«Lo sbilancio strutturale del bilancio Aler Milano travolgerebbe le altre. Gli 80 milioni di buco sono il valore della produzione delle altre 12 insieme».
Un'unica Aler e si risparmia.
«Forse si taglierebbero poltrone e costi della politica, ma non credo si risparmi limitandosi a un efficientamento che si basi solo sulla concentrazione organizzativa e l'aumento delle dimensioni aziendali. Anzi, alcuni indicatori dicono il contrario».
E allora come si fa a risparmiare?
«Importante l'idea dell'amministratore unico già adottata dal Veneto. E giusta anche la strada dell'introduzione degli standard di costo e servizio».
Amministratore unico più direttore generale?
«Si corre il rischio di un modello di governance diarchica e potenzialmente conflittuale».
Quindi?
«Una scelta più netta. Un solo organo, una figura più manageriale: il direttore generale scelto per la sua competenza e la provata esperienza».
Niente più cda e ci saranno quindi diverse aree?
«Penso si possa ragionare su cinque o sei aree con un direttore generale scelto dalla giunta regionale e che alla giunta dovrà rispondere».
I 5 Stelle voglio 12 sedi, il Pdl 7 Aler, la Lega e il Pd 4, Altitonante e Maroni una. Sei leggi diverse.
«Il mio metodo è condividere con tutti i partiti un tema così trasversale come la casa. Adesso ci sarà una proposta, ma il consiglio è sovrano e deciderà».
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