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«Da donna borghese a pietra dello Scandalo»

L'attrice debutta all'Elfo nel testo di Schnitzler «Sul palco combatto le convenzioni sociali»

Ferruccio Gattuso

Un ruolo stimolante, un testo inedito a firma di un grande autore, una compagnia affollata di interpreti, infine una storia in costume che appare nel passato ma parla chiaramente all'oggi. Stefania Rocca non poteva dire di no - e difatti non ha mai pensato di dirlo - a Scandalo di Arthur Schnitzler, atteso da questa sera al 19 febbraio al Teatro Elfo Puccini, per la regia di Franco Però. Con lei sul palcoscenico Franco Castellano, Astrid Meloni e la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. La storia è quella di una ricca famiglia borghese di Vienna a inizio '900 costretta a subire l'innesto contro natura di una giovane donna di estrazione sociale inferiore, Toni (Meloni), madre di una bimba avuta con un rampollo di casa, nel frattempo deceduto. Unica persona a cercare di smuovere le convenzioni inamidate di famiglia è Emma, interpretata proprio dalla Rocca.

Signora Rocca, cosa le è piaciuto di questo testo?

«Come prima cosa la scrittura: un linguaggio semplice ma interessante, un modo di illustrare i personaggi senza ricorrere a forzate sottolineature. E poi, a dispetto del dramma che va in scena, l'ironia. I protagonisti della vicenda in realtà non si ascoltano tra loro: l'unica urgenza che hanno è dimostrare al pubblico, e dunque al mondo, chi sono».

Un testo inedito, in costume: teatro classico al suo massimo. Anche questo l'ha convinta?

«Certamente. Siamo moltissimi in scena, così come accade nella vita: un movimento continuo di entrate e uscite, e incastri. Difficile poi trovare un testo inedito, che fu tale per due motivi: per questo incastro di personaggi è difficile, senza contare che include un ragazzino e un bambino. E poi lo stesso Schnitzler rifiutò di metterlo in scena poiché sua figlia morì poco dopo averlo terminato. L'autore lo sentì come un segno».

Emma, il suo personaggio, è un outsider, l'unica che cerca di aiutare l'intrusa.

«Toni oggi potrebbe essere chiunque fa saltare le regole sociali, è fonte di imbarazzo, sradica sicurezze. Oggi potrebbe essere un'immigrata. O, chissà, anche chi ha il coraggio di sostenere un'opinione dissonante, fuori dal coro, politicamente scorretta. La mia Emma è colei che si dimostra ricettiva, che vive con sofferenza il conformismo borghese. Per ironia, una figura opposta a quella che di questi tempi ho portato sullo schermo».

Intende il suo ruolo nell'ultimo film di Riccardo Milani, con Antonio Albanese e Paola Cortellesi - Mamma o papà? - in uscita a San Valentino?

«Esatto: in quella storia sono Matilde, una classica donna borghese di provincia: mi adeguo e nascondo le magagne di un matrimonio stanco. Anche quella è una storia famigliare, ricca di umorismo nero, che racconta di due genitori determinati a non tenersi i figli dopo la separazione».

Teatro, cinema e tv: quali sono i prossimi impegni?

«Il 14 aprile su Raiuno andrà in onda la serie tv Di padre in figlia, diretta sempre da Riccardo Milani, storia di emancipazione femminile dagli anni '50 ad oggi».

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