Trentunomila firme raccolte dal radicale Marco Cappato per quartieri a luci rosse, stanze del buco, testamento biologico e task-force anti discriminazione hanno aperto un altro dibattito come quello per il registro delle coppie di fatto. Ma Giulio Gallera, avvocato e coordinatore milanese del Pdl, dice che «non dobbiamo assolutamente cadere in questa trappola».
Eppure lei Gallera è da sempre l’anima laica del partito.
«Sono laico, ma questi provvedimenti sono contro la legge».
Droga, prostituzione ed eutanasia sono temi importanti.
«In Italia il favoreggiamento della prostituzione è un reato, così come lo spaccio di stupefacenti».
Testa sotto la sabbia?
«Non è certo consentito a un’amministrazione comunale individuare luoghi per il meretricio o la somministrazione e l’uso di droga. Così come il testamento biologico non è in nessuna legge».
Non affrontare i problemi non è una buona soluzione.
«I problemi vanno affrontati, ma a farlo sia il parlamento, non il Comune che ha altri problemi».
Dice che se i radicali portassero le proposte in parlamento sarebbe giusto parlarne?
«Ma certo, allora anche il Pdl avrebbe il dovere di aprire un dibattito al suo interno».
Quindi lei dice che servono leggi nazionali e non mozioni?
«Questa è solo un’azione propagandistica di una maggioranza di centrosinistra che non trova altro modo per far parlare di sé».
Non sono solo i Radicali, ci sono anche i vendoliani di Sel, parte del Pd, Rifondazione comunista, alcuni comitati.
«I milanesi non ci chiedono certo di occuparci di questo, ma dei loro problemi quotidiani».
Per esempio?
«L’Area C che sta mettendo in ginocchio i bilanci dei commercianti e pesa sulle famiglie. Ora che l’hanno sospesa,la gente entra in centro e non certo perché si diverta con la benzina a questi livelli ».
Altri problemi quotidiani?
«La crisi economica con la disoccupazione che cresce, le liste di
attesa per le case popolari».
Eppure lei sul registro delle coppie di fatto era stato tra quelli pronti a discuterne.
«Era un’altra faccenda, lì sì che il Comune aveva delle competenze ed era giusto parlarne in aula e lasciare libertà di coscienza».
Scusi se insisto, ma offrire della droga sotto controllo medico non è meglio che lasciare tutto in mano alle mafie?
«Siamo alla follia. Ci sono già quartieri con problemi per i centri SerT, aiutiamo i cittadini in difficoltà con i tossicodipendenti».
Nessuna apertura?
«La droga non si combatte con i parchi dove drogarsi, piuttosto sosteniamo onlus e associazioni come quella di don Mazzi».
Il Pdl non entrerà nemmeno nel merito del dibattito. Rifiutate anche il confronto?
«Non cadremo in questa trappola, ci pensi il parlamento».
Nemmeno sui quartieri a luci rosse?
«Se vuole i quartieri, Pisapia ci dica esattamente quali sono».
Tutto questo non è strano per un liberale come lei?
«Vanno distinti l’affermazione di principi libertari come la possibilità di drogarsi e prostituirsi, dalla possibilità del Comune di favorire o controllare queste attività ».
La discussione tra laici e cattolici nel centrosinistra bloccherà nuovamente il consiglio.
«Questo dimostra i limiti di Pisapia che per tenere buoni tutti deve inseguire queste tematiche dilaniando la sua maggioranza».
La discussione è il sale della democrazia.
«Non se a rimetterci sono i cittadini. Vorrei discutessero sui criteri di assegnazione delle case popolari ai milanesi o agli stranieri».
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