Se ne parla di meno, questo sì. Ma non significa che il problema dellHiv sia sparito. Anzi, le percentuali dicono tuttaltro. La Lombardia è la regione record del contagio, con circa 2mila nuovi casi allanno, ben la metà di quelli diagnosticati in tutta Italia. Dal 2000 ad oggi si calcola che i sieropositivi siano un popolo di 50mila persone: e uno su tre non sa nemmeno di aver contratto il virus.
In base ai dati dellAsl, la maggior parte dei malati, circa 25mila, è concentrata tra Milano e provincia e, a seguire, a Brescia e Varese. I numeri accertati sono quelli che derivano dal codice delle esenzione, ma esiste un fitto sottobosco non ancora emerso. Ed è quello a far più paura.
Come mai i numeri tornano a salire? Probabilmente perché non si parla quasi più del problema. «La gente ha meno paura - spiega Gianmarino Vidoni, direttore del dipartimento Asl Milano sulle malattie sessualmente trasmissibili - e quindi è meno attenta alle precauzioni. È vero che linfezione ora si può tenere sotto controllo con i farmaci, è vero che non si muore più come negli anni Novanta. Ma teniamo presente che il virus non è guaribile e che le cure sono molto pesanti».
I medici e le associazioni di volontari lanciano un appello alle istituzioni: torniamo a parlare di Aids, promuoviamo comportamenti sessuali protetti e test di controllo. LAsl di Milano, che assiste circa 200 malati nelle case alloggio o con le cure a domicilio, è impegnata in una serie di iniziative. Innanzitutto linformazione su Internet per abituare i giovani al sesso protetto. E poi è in corso un progetto, in collaborazione con lospedale Niguarda, per assistere le prostitute, in particolar modo i transessuali, e fare in modo che si sottopongano a controlli periodici. Con il San Raffaele invece prosegue, per il secondo anno, il test gratuito sulla saliva ogni primo venerdì del mese. Inoltre da ottobre lAsl promuoverà anche dei corsi per preparare i medici di medicina generale, che ricoprono un ruolo fondamentale per intercettare i casi a rischio e per promuovere la prevenzione.
A preoccupare gli esperti sono soprattutto i dati sugli extracomunitari. «Il 30% dei casi trattati allAsl - spiega Vidoni - riguarda stranieri, soprattutto provenienti dallAmerica latina. Tra questi è in aumento il numero dei portatori di malattie sessuali, dallHiv ad altre patologie». A quanto pare, fare prevenzioni tra le comunità di stranieri presenti in Lombardia non è affatto facile, in particolar modo se si tratta di cinesi o di asiatici, impenetrabili. La portata del contagio è quindi sconosciuta ma si sa per certo che la prostituzione è elevata. «Per questo - aggiunge lesperto dellAsl - è importante affidarsi ai mediatori culturali. Occorre fare prevenzione a tutti i livelli».
LAsl chiede alle istituzioni un programma a lungo termine che permetta di affrontare il problema dal 2013 in poi, quando saranno esauriti i fondi stanziati. E anche le associazioni lanciano il loro grido di dolore, chiedendo al Comune di Milano un tavolo che riunisca tutti gli operatori che si battono contro lAids.
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