E l'assessore-candidato guida i comitati del no: «Via lo stadio del Milan»

Pierfrancesco Majorino è già in campagna elettorale e sposa la protesta dei residenti «Portello? Meglio a Rho-Pero»

Pierfrancesco Majorino è il nuovo leader dei comitati dei no. L'assessore comunale al Welfare che è già sceso in campo per le primarie del centrosinistra, semmai ci saranno, ieri ai microfoni di Radio Popolare ha proposto di traslocare il nuovo stadio del Milan dal Portello alle aree Expo. Il progetto del club si è aggiudicato a inizio luglio i terreni dell'ex padiglione 1 e 2 messi a bando dalla Fiera. L'ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris - ancora in carica quel giorno - invitò la sinistra e i comitati già in trincea a mantenere il sangue freddo e valutare «senza pregiudizi ideologici» le opportunità per il quartiere e il lavoro. Ancora più smaccato il tifo dell'assessore allo Sport Chiara Bisconti: «Un secondo stadio può essere un grande valore aggiunto per la città». Anche se realizzato dal Milan di Silvio Berlusconi, sottinteso. Ma la manciata di cittadini che ha creato il comitato No Stadio ha continuato a intasare di mail le caselle dei consiglieri, la De Cesaris ha sbattuto la porta della giunta anche perchè il comitatismo avvicinandosi alla campagna elettorale ha già contagiato quegli assessori e consiglieri dem più spostati a sinistra. E pure il sindaco Giuliano Pisapia, che appena arrivato da un viaggio istituzionale all'estero ha pensato bene di telefonare ai No stadio per tranquillizzarli. Un bacino di voti che Majorino vuole coltivare: spostando il progetto dello stadio sulle aree Expo ha proposto ieri «possiamo risolvere il problema di aver un impianto più funzionale, evitando di creare problemi alla zona Portello e magari creando l'occasione per eventi di musica e altro nell'area». Puntualizza che i terreni Expo «non devono essere un contenitore per risolvere i problemi di altre zone ma uno spazio per la ricerca e l'università. Lo stadio può offrire un luogo per eventi liberando la zona Fiera dal problema». Peccato che più tardi ci aggiunge anche «struttura provvisoria per i senzatetto» e chissà cos'altro potrà inventarsi nelle prossime settimane. Majorino incassa l'applauso facile del comitato, che su Facebook gli scrive: «Finalmente una proposta sensata».

Di tutt'altro tenore le reazioni dell'ala renziana del Pd. In primis dell'altro candidato alla primarie, il deputato Emanuele Fiano che invita (anche) il competitor «a evitare il tifo sul pro e contro lo stadio. Prima di individuare un luogo vorrei vedere un'analisi concreta e fatta da esperti. Io penso che in generale un nuovo impianto sia una potenzialità per la città. Ma sarà la giunta con il nuovo assessore all'Urbanistica Alessandro Balducci a verificare il dossier e l'impatto sul tessuto urbano. Sull'area post Expo io sono molto a favore della proposta del grande progetto sulla ricerca che Governo e Comune stanno portando avanti. Lasciamo perdere altre ipotesi superate». La stessa linea del capogruppo del centrosinistra per la Città metropolitana, il renziano Filippo Barberis: «Per il post Expo non rilanciamo proposte già tramontate come quella dello stadio, ma lavoriamo tutti insieme Comune, Regione e Governo per portare a casa una soluzione sostenibile e innovativa prima della fine dell'evento». E il consigliere di Forza Italia Alan Rizzi nota come «al solito Majorino arriva in ritardo su un tema su cui si è scritto tanto e già da molto tempo.

Il progetto dello stadio è affascinante, spetterà alla conferenza dei servizi valutare la fattibilità, semmai la preoccupazione dovrebbe essere che si realizzi al di fuori della città perdendo una grande opportunità. Ma come al solito quando la giunta ha una questione importante sul tavolo va in tilt».

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