Ecco come cambia la Galleria (presto con Chanel e Cracco)

Massimo Dutti si allarga e inaugura il Museo del tessuto Da gennaio aprono la griffe e il ristorante pluristellato

Marta Bravi

Cambia la geografia della galleria Vittorio Emanuele. A fine anno infatti si rimescoleranno i tasselli del Salotto buono di Milano. Massimo Dutti - brand di moda spagnolo del gruppo Inditex di cui fanno parte anche Zara, Pull&Bear, Bershka, Stradivarius, Zara Home, Oysho e Uterque - si prepara a traslocare di pochi metri, ma per un significativo cambiamento. Il Comune, infatti, ha assegnato al brand gli spazi attualmente occupati dal Bar Sì e dall'Istituto Poligrafico e della Zecca di Stato. Tre vetrine e sei livelli di sviluppo in verticale per un totale di quasi mille metri quadri.

Risale al marzo 2015 l'apertura del bando con cui l'amministrazione intendeva assegnare a destinazione commerciale gli spazi cielo-terra, per cui era scaduta la concessione. Alla gara, che poneva una base d'asta di canone annuo di 977.218 euro, hanno partecipato diversi grandi marchi italiani e internazionali. L'assegnazione alla Massimo Dutti srl deriva dalla rinuncia dei primi due classificati: Hugo Boss e Valentino. Come prevede il bando, che vieta di esporre un'insegna già presente nel complesso pena la decadenza delle concessioni, Dutti lascerà le due vetrine che occupa attualmente e che saranno sfruttate da Motta per allargarsi.

«L'assegnazione dell'immobile afferma l'assessore al Bilancio e Demanio Roberto Tasca consente a questa amministrazione di inserire un altro tassello nel mosaico di valorizzazione della Galleria, che i miei predecessori avevano avviato e che questa Giunta, con il supporto della direzione Demanio, intende continuare». Attenzione, non si tratta solo di un cambio di vetrine: Dutti, che verserà a Palazzo Marino 3,1 milioni di euro l'anno, infatti «regalerà» alla città un museo del tessuto. «La Sala della storia del Tessuto» ospiterà un'esposizione permanente di foto e abiti, tessuti e collezione di capi storici sull'evoluzione della produzione e dell'impiego delle stoffe nella storia, con un focus sulla storia del tessuto nel cinema internazionale.

Il risiko della Galleria non è finito: al posto della bottega storica Viganò che produce dal 1919 bigiotteria di alta classe e cappelli arriveranno le fragranze di Chanel. Gli accordi con il Comune prevedono il 2020 come scadenza della convenzione e un canone annuo di oltre 314mila euro, ovvero il doppio di quanto corrisposto dalla bottega storica. Su una superficie complessiva di circa 120 metri quadrati, disposti su piano terra, soppalco e ammezzato verrà realizzata una boutique dedicata alla vendita di profumi.

A inizio anno sotto la volta di cristallo aprirà anche il ristorante dello chef Carlo Cracco, unico partecipante del bando per la concessione degli spazi occupati da Mercedes. Il ristorante pluristellato occuperà le tre vetrine e si svilupperà su cinque piani per una superficie complessiva di oltre mille metri quadrati. «Il ristorante sarà rivolto alla mia clientela abituale» aveva spiegato Cracco, che sui tempi di apertura si era limitato a dire «il restyling sarà impegnativo: ci vorrà almeno un anno prima di vedere qualcosa. È un lavoro importante e lungo che non si può programmare in quattro e quattr'otto».

Il progetto prevede un caffè bistrot al piano terra, aperto 7 giorni su 7 che servirà dalla colazione al dopo cena; un ristorante gourmet al primo piano, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena e uno spazio al secondo piano dedicato a eventi, mostre e concerti.

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