Da una parte i guai in casa tra inchieste e paure di ritardi nei lavori; dall'altra il grande entusiamo che l'Expo milanese continua a suscitare nel mondo. Nel giorno in cui il commissario Giuseppe Sala conferma che la piastra, la base cioè su cui poggeranno i padiglioni dell'esposizione, è realizzata per il 55 per cento, arrivano i primi dati sulle prevendite dei biglietti. Sono oltre 3 milioni i ticket già venduti nel mondo per l'esposizione universale di Milano che inizierà il primo maggio del prossimo anno. Di questi, 500 mila, ha detto Sala alla presentazione del padiglione cinese, sono stati venduti ai soli tour operator cinesi e l'obiettivo, ha spiegato il commissario unico, è di arrivare a un milione solo in quello specifico mercato.
Sui tempi è ripartita la lunga rincorsa per chiudere i cantieri senza ritardi. «Abbiamo fatto alcune verifiche negli scorsi giorni e sui lavori che stiamo facendo sono molto fiducioso: sulla piastra sono a più del 55%». Lo ha precisato Giuseppe Sala, facendo il punto sui cantieri, a margine dell'avvio dei lavori del collegamento ciclopedonale fra Mazzo di Rho e il sito espositivo. «Ora la questione più urgente sarà - ha proseguito Sala - quella relativa ai Paesi, che non vedono ovviamente molti dei problemi che sono al centro del dibattito in Italia, ma comunque c'è moltissima aspettativa da parte loro». «Per cui - ha concluso - il nostro tema è di tenere caldi i Paesi e far si che loro tengano i tempi: a oggi già 10 paesi stanno lavorando ai padiglioni, quindi l'attenzione grandissima sarà negli ultimi 4 mesi dell'anno». Parlando coi giornalisti Sala ha poi osservato che rispetto alle polemiche di questi giorni per un eventuale sforamento dei lavori di Expo oltre il 30 aprile 2015 «alla fine la sintesi è che tutti vogliano rassicurazioni sui tempi ed è su questo che stiamo lavorando». Ma ha invitato anche a non drammatizzare perché «questa di Expo è una storia talmente lunga, che se uno la vede nel singolo momento sembra che ogni affermazione abbia un peso straordinario, ma io che la vivo da 4 anni potrei ricordare 50 momenti del genere in cui si hanno avuti dubbi». Dunque il commissario dell'esposizione milanese preferisce concentrarsi su quello che cambierà con il decreto anti-corruzione che oggi dovrebbe approvare il consiglio dei ministri. «Che cosa cambierà? I miei uomini lavorano per rispondere alle tantissime domande di controllo e non possono permetterselo: il primo tema dunque è il ruolo di Cantone e come i controlli verranno fatti».
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