Expo, i creditori vincono la causa

La società guidata da Sala tra i responsabili del debito

Expo, i  creditori vincono la causa

Milano - Qui la questione non riguarda tanto i soldi che la società Expo Spa ha perso (qualcosa come 32 milioni di euro) ma i debiti che ha accumulato con le aziende che hanno lavorato ai padiglioni dell'esposizione universale. Ci sono decine e decine di società che hanno lavorato per mesi al cantiere di Expo Spa 2015 e che ancora non sono state pagate. Il commissario unico Giuseppe Sala, oggi candidato sindaco Pd, costituì insieme alla Mantovani Spa Group di Venezia, leader nella costruzione di grandi opere e finita sotto inchiesta per il «Mose» in una storiaccia di evasione e mazzette, una Srl con appena 10mila euro di capitale sociale (diviso in 66% Mantovani Spa e 33% Expo Spa) con il compito di subappaltare i lavori ad aziende e fornitori. I subappalti ci sono stati ma molte di queste aziende non sono mai state pagate e alcune nel frattempo sono addirittura fallite. Si tratta di 80 milioni che fornitori di beni o servizi ancora aspettano.

Un consorzio che comprende molte di queste aziende ha fatto causa a Expo Spa e il 15 marzo è arrivata la sentenza dal tribunale di Padova che sancisce la loro vittoria. La tesi sostenuta e che fa riferimento al codice degli appalti è che, se il subfornitore non paga i fornitori allora quella somma deve essere riconosciuta dall'azienda madre, in questo caso da Expo Spa, di cui Sala era amministratore delegato designato dal Comune. Il candidato però fa sempre più finta di nulla quando si tratta di numeri che riguardano Expo e, anzi, sostiene che lui non c'entra niente perché la sede della società è a Venezia e non ha a che fare con Expo. Su aziende che hanno lavorato a Expo e poi finanziato la sua campagna elettorale, ha ribadito che «con Expo hanno lavorato tutti e non escludo che ci sia qualcuno, ma in totale trasparenza e mostreremo tutto». Il fatto è che con appena 10mila euro di capitale, se questa Srl fallisse, chi ripagherebbe gli 80 milioni di euro di opere? Adesso quelle aziende sono riuscite a vincere la loro causa davanti ad un giudice che ha sentenziato che tra i responsabili in solido di quei mancati pagamenti vi è direttamente la Expo Spa amministrata per sei anni da Sala. Il giudice fallimentare ha disposto che quella somma deve essere riconosciuta e che se non si procede al pagamento possono essere pignorate tutte le opere dell'area di Rho, compreso l'«albero della vita». Aspetto bizzarro è che il giudice ha scritto quella sentenza di pugno, a mano, per questo non è stata mai resa pubblica. Grazie a quella sentenza adesso tutte le aziende non pagate possono rivalersi finalmente su Expo Spa. Alcuni sono stati già pagati ma altri no, perché ancora non sanno di questa decisione del tribunale.

Un deputato Pd ha fatto un'interrogazione alla quale ha risposto il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, difendendo Sala a spada tratta: non c'entra nulla con quei debiti e nulla è dovuto da parte di Expo. Avrebbero dovuto produrre fatture quietanziate, secondo Martina.

Ma quale azienda produce una fattura dicendo che è stata pagata se non è così? Quelle aziende ribadiscono oggi che hanno lavorato mesi per Expo Spa ed ora è Expo che deve pagare. Ma come è noto la trasparenza e il rispetto non sono valori qualificanti per chi ha amministrato Expo.

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