L'ultima sentenza incandescente sulla Lombardia riguarda la drammatica morte di Eluana Englaro. Nell'aprile scorso il Tar ha condannato la Regione a risarcire Beppino Englaro, il papà di Eluana: nel 2008 era stato vietato a tutti gli operatori sanitari lombardi di smettere di alimentare e idratare la donna. Eluana era ospite delle suore a Lecco e il padre, dopo il via libera della Cassazione, nel 2009 la portò a morire in una clinica di Udine.
Allora era presidente Roberto Formigoni, ma come dimostra anche la vicenda eticamente sensibile della fecondazione eterologa (con donatore di ovulo e seme esterno alla coppia), non è la prima volta che una delle regioni più all'avanguardia assuma posizioni controcorrente che qualcuno preferisce definire addirittura retrograde. Paradosso, maggiore esperienza delle nuove realtà che avanzano, laboratorio politico? Un po' di tutto questo e molto altro su cui riflettere, come avviene anche nel caso della ludopatia: mentre la Regione è impegnata in una legge per frenare la diffusione di slot machines e gioco d'azzardo, arriva una proposta del governo alla Conferenza delle Regioni che la Lombardia considera «un tentativo di affossare la nostra legge».
In controtendenza, la Lombardia ha difeso la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, mentre il Parlamento approvava la contestata legge Cirinnà, che ha introdotto le unioni civili per le persone dello stesso sesso. Accanto a convegni e iniziative per la famiglia, il consiglio regionale ha approvato una mozione che impegna la Regione a «intervenire» sulle autorità scolastiche perché vengano ritirati dalle scuole libri e materiali che promuovono la teoria del gender, in base alla quale il sesso non è deciso dalla natura ma liberamente scelto da ciascuno. Mozione anch'essa finita sotto accusa.
Questione dibattuta la legge regionale sulle moschee del 2015 (voluta soprattutto dalla Lega) sugli edifici di culto per le confessioni diverse dalla cattolica. La normativa è stata impugnata dal governo. Pochi mesi fa, era il marzo 2016, è arrivata la sentenza della Corte costituzionale che boccia la legge anti- moschee. No a «disposizioni che ostacolino o compromettano la libertà di religione» si legge nel documento della Consulta, che sottolinea un altro tentativo politico della Regione contestato e frenato. Ma il tema rimane incandescente, sospeso tra la volontà di non cadere nell'islamofobia e l'allarme sicurezza e il terrore degli attentati che si susseguono in Europa e nel mondo. Anche qui Milano e la Lombardia sono in prima linea nel Paese per il numero di migranti e richiedenti asilo accolti e il rischio che tra di essi possa nascondersi un aspirante terrorista.
E di certo un discorso, sia pur incompleto, sulla fuga in avanti lombarda non avrebbe nemmeno senso senza parlare del decentramento e del federalismo, che è un po' il
pallino dei politici made in Lombardia. Non solo leghisti. Il referendum consultivo sull'autonomia della Regione era già annunciato per giugno scorso. Prima dello stop del governo Renzi. Se ne riparlerà (forse) in autunno.SCot
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