Le dimissioni del cda e dell'ad di Fiera Milano comunicate pochi giorni fa? «Una mano di vernice e una perdita di tempo perché hanno un'efficacia differita», per il pm della Dda Paolo Storari. «Stiamo facendo uno sforzo enorme», spiega il presidente dimissionario della società Roberto Rettani. Continua in Tribunale il botta e risposta tra la Procura e l'ente per cui è stato chiesto il commissariamento. La decisione arriverà subito dopo la prossima udienza, fissata per il 26 gennaio.
Il consiglio di amministrazione decadrà dopo l'approvazione del bilancio, il 27 aprile. In aula Storari ha ribadito la richiesta di commissariare tutti i settori della società oltre a quello relativo all'allestimento degli stand, che è già in amministrazione giudiziaria. Venerdì scorso presidente e consiglieri di amministrazione avevano dato le dimissioni e l'ad Corrado Peraboni aveva rimesso le deleghe. «Stiamo entrando in una fase positiva perché ricca di eventi e nel contempo dobbiamo riuscire a fare andare avanti l'azienda, che è decapitata - ha detto ieri Rettani, che ha partecipato all'udienza davanti alla sezione Misure di prevenzione -. Stiamo facendo uno sforzo enorme. Il commissariamento di tutto il gruppo diventerebbe una complicazione estremamente significativa». Il rischio è relativo a un'inchiesta su presunte infiltrazioni criminali nel sistema di assegnazione di alcuni appalti. Nel luglio scorso erano state arrestate 11 persone. Stando a quanto riferito da Rettani, il commissario Piero Capitini, già nominato dai giudici per l'amministrazione giudiziaria di Nolostand, controllata di Fiera, e del settore allestimento stand della stessa Fiera, ha detto in aula che «alcune cose sono state fatte e altre l'azienda ne deve fare».
Il Tribunale, con la sezione presieduta da Fabio Roia, si è riservato di decidere sulla richiesta della Procura dopo che saranno ascoltate le difese. L'udienza di ieri si è svolta senza la presenza dei giornalisti, su richiesta dello stesso Rettani. Nei mesi scorsi era già arrivata l'istanza di commissariamento, ma i giudici si erano limitati a un ramo dell'azienda per evitare che la misura assumesse «un carattere sanzionatorio o repressivo in contrasto con la finalità tipica di prevenzione e di (ri)costituzione di una imprenditorialità sana». La Procura ieri ha ribadito la necessità di un «controllo totale» di Fiera da parte del tribunale, accelerando la «bonifica».
Mentre i legali della società hanno spiegato che c'è stato un impegno per dare un nuovo corso e che non sarebbero comunque state possibili dimissioni immediate dei vertici. Perché la legge prevede tempi tecnici necessari alla presentazione delle liste per il nuovo cda. E perché è opportuno che il bilancio 2016 venga approvato dal consiglio che l'ha voluto.RC
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