Le figlie: «Non ci aspettavamo tutto questo affetto»

«Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita» avvertiva Alda Merini, ma i suoi fans, i lettori e ammiratori, questa volta non hanno voluto ascoltare i suoi versi, anzi, si sono messi in fila in una lunga processione silenziosa e colma di affetto per cercare di coglierne lo spirito.
C’è la professoressa, studenti, anziani, abitanti del quartiere, amici, compagni d’arte, colleghi. Il sindaco Letizia Moratti, che conserva nell’ufficio una poesia a lei dedicata dalla Merini, ha aperto la camera ardente allestita a Palazzo Marino e che ha chiesto per lei i funerali di Stato in Duomo, che si terranno oggi alle 14: «È stata una persona che ha vissuto momenti di sofferenza, di difficoltà e di contraddizione, forse come la nostra città ma nei suoi scritti prevaleva sempre l’amore». Il suo predecessore Gabriele Albertini, ricorda il suo sguardo, quando le consegnò nel 2002 l’Ambrogino d’oro: «Ricordo questo sorriso luminoso: era raggiante, molto felice, anche se non lo dava a vedere in maniera esplicita». A renderle omaggio anche il presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri, Milva, Valentina Cortese, il maestro Giovanni Nuti «allievo amoroso» che mise in musica i suoi versi, Don Mazzi. Lacrime, parole di ringraziamento, grafie tremolanti incolonnate nei diari del cordoglio: «Addio piccola ape furibonda, sarai una stella che brillerà sempre nel cielo e nel mio cuore», «Nella tua voce stanca ho ritrovato la mia» e ancora «grazie per averci insegnato il senso di Dio nel dolore, grazie per i giovani che ti hanno amato». La piange Milva che cantò sul palco dello Strehler le poesie musicate da Nuti: «Mi mancherà molto, per me era una grande amica, una vera sorella. Mi sembra persino impossibile che non ci sia più. Aveva una vivacità prorompente». «Ha vissuto una vita sua, diversa dagli altri, eppure in grado di parlare con tutti» commenta Cristina Comencini. Sorride quando pensa a lei Ghjbly, che l’anno scorso si spogliò per il compleanno, come lei stessa aveva chiesto. «Amava molto Milano - racconta Aldo Colonnello, vicepresidente del comitato per il Nobel ad Alda Merini - ed era dispiaciuta per il suo declino. L’avrebbe voluta vedere fiorente e al centro dell’attenzione». Stupite le figlie Emanuela, Barbara, Simona e Flavia: un affetto tale da parte di Milano, non se lo aspettavano proprio.


Chi desiderasse portare un fiore, non un rosa però - «le odio, in manicomio ho mangiato interi roseti» - o lasciare un ricordo ha tempo ancora oggi dalle 8,30 alle 12. Alle 14 si terranno i funerali in Duomo, dopodiché la poetessa dei Navigli verrà sepolta tra i milanesi illustri al Famedio al Cimitero monumentale.

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