Fiori, lacrime e silenzio per il tassista ammazzato

Fiori, lacrime e silenzio per il tassista ammazzato

Una piccola folla commossa, colleghi e residenti del quartiere, si è ritrovata ieri sera in piazza Bacone per ricordare Alfredo Famoso, tassista morto dopo una lite per una questione di viabilità. «Un momento di riflessione per ricordare due famiglie distrutte, quella della vittima ma quella del passante responsabile della sua morte» invita Paolo Uguccioni, dei comitati di quartiere Città Studi. Un pensiero dunque anche per Davide Righi, messo l'altro giorno ai domiciliari a poche decine di metri di distanza, dopo due giorni in carcere: la sua posizione sembrerebbe infatti essersi alleggerita dopo l'interrogatorio del Gip. Anche se il pm ha mantenuto l' accusa di omicidio volontario, il giudice nel disporne la scarcerazione, parla invece di delitto «preterintenzionale». Sarà l'autopsia, fissata per lunedì, a stabilire cause del decesso e quindi capo di imputazione.
In attesa che l'inchiesta faccia piena luce, ieri sera alle 18.45 amici, colleghi e residenti di piazza Bacone si sono ritrovati per ricordare, come ha detto Uguccioni, entrambe le vittime. C'è anche una giovane tassista con in mano il «pappagallo», l'insegna dei taxi, Andrea Famoso, fratello di Alfredo, l'assessore comunale alla Mobilità Pierfrancesco Maran, il presidente del consiglio di quartiere Renato Sacristani. Ma nessuno vuole parlare. Solo silenzio e dolore per una morte assurda
Di sicuro c'è solo una zuffa scoppiata domenica sera all'angolo con via Morgagni perché il tassista, 68 anni, non ha dato la precedenza a Righi, 48 anni, che stava attraversando sulle strisce insieme alla compagna incinta di 8 mesi. Secondo l'accusa, Famoso sarebbe sceso, forse per spiegarsi e scusarsi, e sarebbe stato aggredito dal passante. Un uomo del resto di natura piuttosto litigiosa, che nel 2006 fu condannato a una pena di poco inferiore all'anno, per violenza privata e altri reati contro la persona. Tanto che il pm gli contesta l'omicidio volontario. Ricostruzione contestata dalla difesa. Righi ebbe un naturale gesto di stizza, sarebbe stato aggredito dal conducente e si sarebbe solo difeso. Anche per la presenza della compagna incinta di otto mesi che, proprio per il trauma dell'evento, ha partorito prematuramente due giorni fa. Una racconto che avrebbe convinto il gip a ipotizzare la «preterintenzionalità» dell'omicidio con l'attenuante della provocazione e a concedergli gli arresti domiciliari.
«La ricostruzione di Righi - ribatte Danilo La Monaca il legale della famiglia Famoso - è piena di contraddizioni ma attendiamo la fine dell'inchiesta, anche perché ci fidiamo della pubblica accusa». Piena fiducia anche nel professor Andrea Gentilomo incaricato dell'autopsia. «Lo conosco da anni e per questo ho deciso di non nominare un nostro perito, non ce n'è bisogno». L'esame si svolgerà lunedì all'istituto di medicina legale e non sarà facile, perché l'intervento dei medici di Niguarda per salvare la vita al tassista è stato parecchio invasivo.

Quasi sicuramente sarà necessario attendere i due mesi solitamente concessi ai medici legali, per il deposito della perizia. Poi si conoscerà il destino di Righi: se verrà riconosciuto la volontarietà del suo gesto, rischia fino a 20 anni di carcere.

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