Fiumi di vino, monti di cibo Eterno mito della cuccagna

Dalla Collezione Bertarelli 150 stampe dal Medioevo al Novecento Così l'arte sognava un mondo di piacere contro la paura della crisi

Di certo Angela Merkel conosce il mito dello Schlaraffenland di cui sono infarcite tante fiabe tedesche. Di certo sa che è, appunto, un mito. Lo Schlaraffenland è il paese-del-bengodi, quello in cui tutto è comodo, facile, a portata di mano. Una Cuccagna (anche qui, radice del nome dal tedesco antico: koka, che sta per «torta»). Nel Paese della Cuccagna tutti sono giovani e belli, il lavoro non è necessario, i fiumi sono gonfi di latte e miele, il cibo cresce spontaneo da terra senza bisogno di alcuna fatica. Le tavole sono imbandite ovunque, tra musica e canti e balli. Nel Paese della Cuccagna si vive in un mondo alla rovescia, dove spesso i vizi diventano virtù. Merita una visita la bella mostra allestita da oggi nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco (fino all'11 ottobre) e curata, selezionando i tanti tesori della Raccolta Bertarelli, da Giovanna Mori e Andrea Perin, con la collaborazione di Alberto Milano e Claudio Salsi. «Il mito del paese di Cuccagna. Immagini a stampa della Raccolta Bertarelli» illustra, in nove sezioni e oltre 150 opere databili tra il '300 e il '900, come nasce il mito di un mondo dominato dal piacere. Nel Medioevo è il sogno di una società nuova in cui non esistano differenze sociali; nel Rinascimento è un posto immaginario ed esotico. Nel '500 il mito è davanti agli occhi di tutti: gli ambulanti vendevano immaginette a stampa per dilettare il popolo. Sono dei «santini pagani» che inneggiano alla prosperità del cibo, alla bellezza del paesaggio, al piacere dei sensi. L'Italia? E' rappresentata come un paese dominato da monti di formaggio su cui rotolano maccheroni e in cui scorrono, accanto a recinzioni di salsicce, fiumi e mari di vino. Come illustrano stampe e incisioni in mostra, nel Paese della Cuccagna si mangiano carne, frutta, dolci e vino, alimenti cari e difficili da reperire nella vita reale, e se in letteratura un gigante come Rabelais dedica al mito una delle sue storie più godibili, quella di Gargantua e Pantagruel, in Italia Giuseppe Maria Mitelli inventa nel Seicento «Il Gioco della Cucagna», itinerario gastronomico nelle principali città italiane. Nell'Ottocento e nel Novecento il Paese della Cuccagna è lo spazio dove confinare i propri sogni culinari ma, attraverso la satira mordace, anche i politici non graditi.

Fortunati furono i milanesi di 250 anni: fecero l'incredibile esperienza di vivere, per un giorno, nel Paese della Cuccagna. Per le nozze tra Ferdinando e Maria Beatrice d'Este, nel 1771, fu allestito in città un piccolo «paese di cuccagna» con cibo e vino offerti liberamente al popolo.

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