Un dossier di una trentina di pagine, con il frontespizio «Clima d'odio». Dentro ci sono raccolti insulti e minacce al governatore lombardo Attilio Fontana. Ieri il legale di Fontana, l'avvocato Jacopo Pensa, ha depositato il plico in Procura. Si è trattato di una «produzione documentale», non ci sono quindi denunce o querele.
Fontana, che è stato messo sotto scorta dalla Prefettura di Varese il 25 maggio, da tempo riceve messaggi dal contenuto ingiurioso o intimidatorio. Ha spiegato pubblicamente, e lo ha ribadito il suo avvocato, che a preoccuparlo di più sono le minacce indirizzate alla sua famiglia. Tra i documenti presentati al pm Alberto Nobili, che guida il pool anti terrorismo e che ha già aperto un'inchiesta sui murales con la scritta «Fontana assassino», ci sono decine di post e foto arrivati sui social e anche lettere. C'è ad esempio una missiva non firmata e inviata ai familiari stretti del governatore e che menziona «un incidente stradale occasionale». Alcuni dei messaggi con le minacce, che sono a volte implicite a volte palesi, sono firmati dai reali autori. Altri invece sono appunto senza firma o riconducibili a profili fake.
Si respira, chiarisce il legale del presidente della Regione, «un'atmosfera creata da chi aveva interesse a fomentare un'ostilità feroce contro Fontana» in relazione alla gestione dell'emergenza Covid. Un «clima di odio», quindi, «che ha portato anche alle scritte sui muri con epiteti feroci». Tra i messaggi ce ne sono alcuni molto violenti, come: «Devi morire, devi morire come loro», con riferimento ai morti nelle Rsa. Il governatore, spiega inoltre Pensa, per il suo ruolo e soprattutto in questo periodo «è consapevole di poter essere oggetto di critiche politiche e le accetta. Ma quando gli si dà dell'assassino, le cose cambiano». Ora questi documenti potranno essere analizzati nell'ambito dell'inchiesta già aperta per minacce e diffamazione dopo la comparsa delle scritte contro Fontana.
I murales, come anche alcuni volantini dello stesso tenore, sono stati firmati e quindi rivendicati dai Carc, Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. In una conferenza stampa in video due rappresentanti del gruppo di estrema sinistra, Pablo Bonuccelli e Claudia Marcolini, si sono presi la responsabilità delle scritte. Anche gli autori materiali sono stati identificati dagli investigatori. I Carc hanno annunciato, insieme ad altre sigle antagoniste, che domani parteciperanno alla manifestazione in piazza San Babila organizzata da SiCobas. I Carc, nell'annunciare l'iniziativa su internet, fanno riferimento a un «patto d'azione per un fronte anti capitalista».
Interviene l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato: «Mi auguro, in vista del sit-in, che ci siano più controlli sui cartelli e gli striscioni che presumo appariranno tra i manifestanti, come già accaduto lo scorso 27 maggio sotto il Palazzo della Regione e il 2 giugno in piazza Duomo (dove i centri sociali hanno manifestato contro il centrodestra, ndr). E che il centrosinistra ne prenda le distanze».
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